A cura di Antonella Nipoti.
Sole, Caraibi, Cartagena. A prima vista Cartagena de Indias sembra una cartolina: assolata e allegra nella sua perenne estate caraibica con le sue case coloniali colorate, i balconi fioriti, le boutique e i ristorantini tipici, conventi che a volte si trasformano in hotel. Un’esperienza strepitosa è stata soggiornare all’Hotel San Agustin un ex chiostro conventuale del seicento trasformato in hotel che ha conservato intatta l’atmosfera unica, con il suo splendido patio con piscina oggi boutique hotel suddiviso in tre case con camere e suite che evocano il passato e la tradizione abbinate al lusso moderno, un luogo in cui la storia è presente nello stile e nei dettagli. Cartagena è passata incolume attraverso il conflitto armato che ha dilaniato il Paese negli anni ’60 riuscendo a costruirsi un presente prospero e ricco, un benessere che si percepisce anche solo passeggiando nel suo centro storico, lungo le vie acciottolate fiancheggiate dalle caratteristiche costruzioni coloniali. Cartagena è circondata da mura possenti che più di una volta l’hanno salvata dalle invasioni dei pirati. Dal centro storico coloniale si passa ai quartieri moderni di grattacieli con hotel, banche, alle lunghe spiagge e al villaggio afrocaraibico dei pescatori di Boquilla, tutto convive in una armonia di diversità che fa di Cartagena una città unica. Il mare corallino su cui si affaccia è ricco di relitti di navi affondate dai pirati. Dai suoi porti gli spagnoli facevano partire le navi piene di oro e pietre preziose verso l’Europa. La parte povera del centro storico era il Quartiere dei Getsemani che racconta la storia del barrio e delle persone che lo abitano, attraverso i colorati murales, vere opere d’arte a cielo aperto. Seguendo la musica, che è sempre in sottofondo lungo le vie, si viene trasportati all’interno di una sala da salsa, basta seguire la musica caraibica o quella di una champeta con un ritmo selvaggio e molto africano. Si capisce l’anima meticcia della città, un po’ spagnola, un po’ coloniale ma anche india e nera perché Cartagena era l’unica città ad essere autorizzata al commercio e allo smistamento degli schiavi verso le colonie. Tracce di questo passato si trovano negli abiti delle palenqueras, donne discendenti dagli schiavi che oggi costituiscono il folklore locale. Questo passato lo si ritrova anche nei sapori dei cibi serviti nei ristoranti del centro storico che si rifanno a piatti e sapori del passato. I migliori ristoranti locali si trovano nel ricchissimo mercato popolare Bazurto dove si possono assaggiare piatti di pesce fritto con yuca, riso e granchio, hulo e mango, strepitosi. Ma c’è un altro sapore colombiano fondamentale, quello del caffè, rigorosamente miscela arabica che viene coltivato da piccoli fazenderos nel distretto dell’Eje Cafetero, un mondo fatto di fincas e gauchos col cappello di cuoio. In un viaggio in Colombia non può mancare il pernottamento in una finca dove si coltiva il caffè. A Cartagena fa caldo tutto l’anno i locali dicono che qui esistono solo due temperature caliente e mas caliente ma c’è anche il periodo delle piogge che va da maggio a novembre, l’unico mese da evitare è ottobre.