MORTARA E DINTORNI NELLA STORIA – L’asparago rosa di Cilavegna: la storia di un successo agricolo.

A cura di Simone Tabarini.

L’asparago rosa di Cilavegna rappresenta una rara eccellenza orticola della Lomellina, radicata profondamente nella storia agricola del territorio. Coltivato fin dal XV secolo, ma secondo alcuni testi anche in epoca “Romana”, trova nel comune di Cilavegna, l’ambiente ideale per sviluppare le sue peculiari caratteristiche: una colorazione rosata alla base che sfuma nel bianco, consistenza tenera e sapore dolce. La particolarità cromatica è dovuta all’interazione tra la varietà locale, i suoli sabbiosi di origine alluvionale e il metodo di coltivazione, che prevede l’interramento dei turioni e la raccolta manuale prima della completa emersione. Queste tecniche, tramandate di generazione in generazione, testimoniano l’antico sapere contadino della zona e il forte legame tra l’uomo e la terra. Tra Ottocento e Novecento, l’asparago rosa diventa protagonista dei mercati locali, contribuendo all’identità agricola della cittadina di Cilavegna e al suo sviluppo economico, fino ad allora basato quasi principalmente sul Riso e l’industria tessile. La “Sagra dell’Asparago”, istituita nel secolo scorso, celebra ancora oggi questa eredità, richiamando studiosi, appassionati, turisti e visitatori. Più che un semplice ortaggio, l’asparago rosa di Cilavegna è un simbolo culturale e storico. Oggi, grazie a ricerche, valorizzazioni gastronomiche e iniziative di tutela, si cerca di ottenere un riconoscimento ufficiale che preservi e tramandi questa tradizione unica nel panorama agroalimentare italiano. Nel mese di Maggio, la cittadina festeggia questo ortaggio, aggiungendo un tocco folcloristico con la “corsa dei maiali”, invitando molte persone a degustare questo prodotto unico del nostro territorio: l’Asparago Rosa di Cilavegna.

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