A cura di Don Cesare Silva.
Nelle campagne di Cilavegna sorge il santuario campestre di Sant’Anna assai frequentato ancora ai nostri giorni. Secondo una tradizione nel secolo XVI fu affrescata una immagine di Sant’Anna su un pilastro in una cappelletta vicino alla Cascina Calderina. La cappelletta attirò molti devoti e nacque una contesa con le comunità limitrofe di Parona e Albonese. La cappella fu rinnovata dopo il 1671 e custodita da un eremita. Nel 1719 vi fu celebrata la prima messa. La prima chiesa corrispondente alla navata anteriore fu ampliata a partire dal 1899 su disegno del sacerdote Giovanni Del Console che immaginò una struttura a croce greca con tre absidi in stile composito. I lavori durarono diversi decenni conferendo alla chiesa un singolare aspetto neo romanico che rimase però incompleto. Fu rifatto l’altare maggiore in marmi con l’antico affresco e eretti due altari nei bracci del transetto. Nel 1914 il vigevanese Francesco Villa affrescò l’interno. Nonostante i furti sacrileghi abbiano sottratto diverse opere d’arte resta di grande interesse anche artistico l’affresco miracoloso che raffigura la Madonna seduta in trono col Bambino e ai lati i suoi genitori i Santi Gioacchino ed Anna. Accanto il piccolo Giovanni Battista. L’opera risale ai primi decenni del secolo XVI e può essere attribuito alla cerchia di Gaudenzio Ferrari per lo stile e la qualità esecutiva. La facciata è preceduta da un portico e ornata di archetti ciechi e pinnacoli che richiamano l’architettura lombarda medievale. Il braccio posteriore termina con un una parete rettangolare mentre l’anteriore è dotato di due navatelle sormontate da una galleria esterna.