MORTARA – Tra le proposte consigliate come lettura natalizia da Laura Fedigatti di Le mille e una pagina emerge una selezione di romanzi e testi narrativi capaci di dialogare tra loro pur provenendo da contesti storici, geografici e stilistici molto diversi: una vera e propria costellazione di storie che mette al centro la memoria, la perdita, la responsabilità individuale e il modo in cui il passato continua a interrogare il presente. La ragazza delle meraviglie di Christel de Lassus riporta il lettore nella Francia di fine Settecento attraverso la figura reale di Françoise-Josèphine de Sauvage d’Yquem, ritratta come una donna capace di trasformare un’eredità fragile in una forza creativa e imprenditoriale in un mondo dominato dagli uomini e sconvolto dalla Rivoluzione; con rigore storico e ritmo narrativo, l’autrice restituisce una protagonista che è insieme simbolo di resilienza femminile e testimone di un’epoca in trasformazione. Atmosfera cupa e tensione morale dominano Luna fredda su Babylon di James Lee Burke, noir ambientato nella Louisiana più oscura, dove il male affonda le radici nella corruzione, nella violenza e nelle ferite sociali di una comunità marginale, e il paesaggio stesso diventa specchio di un’umanità irrisolta in una meditazione sulla colpa e sulla giustizia. Con Miss Austen, Gill Hornby sceglie una prospettiva laterale e sorprendente, raccontando Jane Austen attraverso la voce della sorella Cassandra e costruendo un romanzo delicato e intelligente sul potere della memoria e sull’ambiguità del silenzio, che pone una domanda essenziale su ciò che resta di una vita quando la storia è filtrata da chi sopravvive. Il futuro immaginato da Ian McEwan in Quello che possiamo sapere è invece spoglio e segnato dal collasso ambientale e dalla perdita della continuità culturale, dove la ricerca ossessiva di una poesia perduta diventa metafora della fragilità della conoscenza umana e della memoria collettiva, in un romanzo contemplativo e inquieto che interroga non tanto il domani quanto ciò che dell’esperienza umana riuscirà a essere tramandato. Chiude la selezione Il libro bianco di Han Kang, premio Nobel per la letteratura 2024, un testo ibrido e profondamente intimo che, attraverso frammenti lirici, immagini essenziali e il simbolismo del colore bianco, riflette sul lutto, sulla perdita e sulla possibilità di rinascita attraverso la scrittura, chiedendo lentezza e ascolto e trasformando il silenzio in materia narrativa.





