L’associazione ogni anno forma gratis 350 volontari abilitati all’uso
dei molti defibrillatori installati in Lomellina. In città se ne contano 18
Quest’anno ha raggiunto una ricorrenza importante, nonostante l’emergenza sanitaria in corso che ha impedito di celebrarla al meglio. Stiamo parlando dell’associazione “Robbio nel cuore”, fondata il 30 marzo 2010. Dieci anni all’insegna della prevenzione e nella diffusione di manovre salva-vita tra la popolazione nel territorio di Robbio e nei Comuni limitrofi. Una missione seguita dall’ente di volontariato che ogni anno forma circa 350 persone abilitate all’utilizzo di defibrillatori semi-automatici (Dae), uno strumento che si rivela quantomai decisivo nel salvare una vita umana. Il suo presidente, dal giorno della fondazione, è Enrico Baldi, di professione cardiologo, che nel 2013 ha ideato l’associazione gemella “Pavia nel cuore”, che nel tempo ha mantenuto un filo diretto con la realtà robbiese. «Abbiamo incominciato dalle scuole – spiega Baldi – che rimangono in cima alle nostre priorità. Se iniziamo a formare già i giovani in età scolare, spiegando come funziona la nostra attività di volontari, poi diventa tutto più semplice apprendere le basilari manovre di soccorso. Promuoviamo corsi Blsd, con i quali in cinque ore è possibile apprendere come salvare una vita in caso di arresto cardiaco nelle immediate vicinanze. Inoltre promuoviamo anche un corso di disostruzione pediatrica, rivolto alle mamme e non solo, per imparare le manovre di liberazione delle vie aeree del bambino. Ma siamo attivi soprattutto – prosegue Baldi – nell’installazione di defibrillatori semiautomatici: il nostro obiettivo è di ampliarne sempre più la dotazione, soprattutto nei territori che ne sono sprovvisti. A Robbio ne abbiamo 18, mentre in Lomellina ce ne sono circa 35. A Sant’Angelo e Palestro, per dire, ne abbiamo posizionati due». L’allerta Covid ha frenato alcune delle attività già programmate. «Poco prima che scoppiasse la pandemia – va avanti Baldi – abbiamo presentato l’applicazione “Safetygo” per il soccorso d’emergenza ma non siamo ancora riusciti a testarla. Abbiamo svolto la formazione anche per i carabinieri, donando 15 defibrillatori su buona parte del territorio. Ci piacerebbe che ce l’abbiano tutti perché si possa comprendere l’importanza di salvare una vita umana. Ricordo anche che operiamo in regime di autofinanziamento: ogni volontario presta il proprio servizio gratuitamente».