Boom di pasti per i poveri Superata quota 30mila

L’emergenza ha prodotto un incremento delle persone assistite

Acquistata una cella frigorifera per conservare i prodotti freschi

Sono oltre 30mila i pasti consegnati lo scorso anno alla Mensa dei poveri gestita dalla Caritas. Un vero e proprio record che certifica che il 2020 è stato davvero un anno funesto. Il problema non è stato solo sanitario col Coronavirus, ma anche economico. Si sono persi anche i piccoli lavoretti che consentivano ad alcune famiglie di tirare avanti. «Lo scorso anno – esordisce don Felice Locatelli, coordinatore della Mensa – il numero di persone assistite e pasti distribuiti è aumentato di un terzo, passando da 21.961 del 2019 a 30.227 pasti del 2020. Quasi diecimila pasti in più al giorno, un incremento molto alto». Anche il consumo dei pasti è cambiato: «Il numero dei nostri assistiti a gennaio e febbraio era stabile – prosegue quindi don Felice – erano 60 a gennaio e 64 a febbraio. Con la diffusione della pandemia, il numero ha iniziato a salire, passando a 68 a marzo e arrivando a 100 persone assistite ad aprile, in pieno periodo di lockdown. E poi questa quota 100, praticamente, si è stabilizzata anche nei mesi successivi, toccando il massimo a ottobre con 109». Fino a febbraio 2020 qualche decina di assistiti consumavano i pasti direttamente in Mensa, altri ritiravano il pacco. Con l’avvento del Coronavirus la mensa, intesa come consumazione sul posto, ha chiuso, ma ha continuato a consegnare pasti per tutti, tutti i giorni dell’anno, Ferragosto e Natale compresi. Chiunque si rivolge alla Mensa, ottiene un aiuto. «È stata attivata per tutti da marzo 2020 la consegna di borse alimentari – sottolinea ancora don Felice Locatelli – tutti aspettano fuori, ordinatamente, indossando la mascherina. Vengono inseriti nella borsa i vari alimenti per pranzo e cena poi viene posizionata su un tavolino. Uno alla volta entrano nel cortile, prelevano la borsa e vanno. Questo sistema riduce al minimo i contatti e i rischi connessi al Coronavirus». Tutto il sistema di aiuto si è adeguato alla pandemia, che ha messo in ginocchio troppe persone, e proseguirà ancora per mesi. Anche il centro di ascolto, necessariamente, vede tagliata la sua attività. «Il numero di volontari presenti è limitato. Questo per ridurre i rischi. Tutto avviene seguendo i protocolli e le prescrizioni. Quindi la sanificazione dei locali, l’uso continuo delle mascherine sia per il personale volontario, sia per chi assistiamo». Il massimo delle tutele. «Abbiamo due novità – conclude in ultima battuta don Felice Locatelli – abbiamo acquistato una cella frigorifera che ci aiuta per la conservazione del cibo fresco (verdura) e il dono di regali per i bambini, finanziato da una raccolta fondi delle agenzie immobiliari di Mortara. Un bel gesto che farà piacere. Consegneremo prossimamente, insieme ai cibi, alle famiglie con bimbi, anche un regalo. Ringrazio i volontari che hanno permesso di restare sempre aperti e chi ci aiuta, con donazioni di alimenti o denaro, per questa nostra attività quotidiana».

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