Università, le troppe regole hanno complicato gli esami

Occorre avere diversi dispositivi collegati contemporaneamente

Anche le lezioni a distanza sono un problema, specie al primo anno

Oltre alla paura diffusa ormai da un anno a questa parte dal virus e alle problematiche sanitarie, esistono difficoltà che chiamano in causa altri ambiti, tra cui quello scolastico e, nello specifico, universitario. Bisogna ammettere che le università sembrano essere state messe un po’ da parte e lasciate al proprio destino, e anche a livello di aiuti non ci sono state concrete informazioni. Tra chi si è trovato lezioni online distribuite su tutta la settimana in orari molto più ampi (fino alle 19-20 di sera) e in giorni che prima non si consideravano nemmeno come il weekend, a chi ha dovuto affrontare esami con una metodologia più stressante e complicata rispetto a quella che possiamo definire più tradizionale. E gli studenti mortaresi sono solo l’esempio di un Paese intero, e forse non solo, che sta riscontrando queste difficoltà che stanno avendo anche una durata non prevista. Una prima testimonianza sotto questo aspetto è quella di Valeria Scainelli, frequentante l’università Bicocca di Milano: «È bruttissimo fare gli esami così. Durante il test di ingresso ho avuto difficoltà perché uno dei requisiti necessari era quello di far vedere addirittura la propria porta nella webcam e per come è strutturata la mia stanza, ho dovuto fare spostamenti poco comodi. Mentre per quanto riguarda gli esami del corso, invece, li facciamo completamente da soli, solo con il programma che ci permette di svolgere l’esame. Così da essere registrati per l’ora intera e ricontrollati dal professore in futuro. È troppo alto il rischio che annullino l’esame». Da ciò che possiamo riassumere facilmente, ritrovarsi con almeno due o a volte addirittura tre dispositivi accesi e connessi al pc non è facile. A volte ci si potrebbe ritrovare a non avere abbastanza strumenti, a volte la connessione potrebbe non reggere tutti questi dispositivi e in altri casi si potrebbero riscontrare problemi di qualsiasi altro. Tutto si collega al fatto che, mancando anche solo uno di questi componenti, non si renderebbe la prova valida e così ci si ritroverebbe a posticipare la propria scaletta premeditata di esami durante quella sessione. Un’altra dichiarazione l’abbiamo avuta da Lucrezia Ballarin, frequentante il corso di igiene dentale all’università di Pavia: «Non ho ancora fatto una lezione in presenza, non ho nemmeno ancora conosciuto i miei nuovi compagni. La cosa positiva è che per lo meno ci aiutiamo molto volentieri. Sinceramente se non fosse così complicata la preparazione, non mi dispiacerebbe nemmeno tanto fare gli esami da casa, però le lezioni sì, le vorrei fare di gran lunga in presenza. Imparare potendo toccare con mano è una cosa completamente diversa». Perché si, i problemi tecnici non sono solo gli unici che si affrontano per colpa della didattica a distanza, ma anche il desiderio di poter frequentare dal vivo delle lezioni che tendenzialmente sarebbero più pratiche, il desiderio di conoscere i propri compagni in viso e quindi di socializzare in un ambiente del tutto normale, che dovrebbe regalarci gli anni migliori e più ricchi anche magari di amicizie della nostra vita. Il dilemma maggiore, quindi, non diventa più tanto l’aver studiato, ma l’essere pronti ad affrontare l’ansia di tutti questi rischi che si corrono anche solo svolgendo un solo esame. Che si aggiunge all’ansia che già si avrebbe nel svolgerlo, in una situazione del tutto normale. Insieme alla paura del non conoscere nessuna delle persone con cui si parla, se si sta affrontando il primo fondamentale anno di studi. E questa situazione non dovrebbe essere mai sottovalutata.

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