Sorta a Parona tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50, dal 2017
ha sede a Cilavegna ed è specializzata in imballaggi per formaggi
La ditta Colombo Ermenegildo, con sede a Cilavegna, rappresenta un’eccellenza del nostro territorio in un settore specifico come quello della produzione di imballaggi in legno per il confezionamento dei formaggi, in particolare il gorgonzola. L’attività è sorta a Parona tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta grazie a Colombo Ermenegildo, cui venne l’idea di creare fascette di legno che potessero contenere il gorgonzola durante la stagionatura. La ditta continua ad essere gestita dalla famiglia Colombo per arrivare oggi alla terza generazione. Davide Colombo, pur avendo il titolo di perito elettronico, quando suo padre Marino sta per andare in pensione nel 2010, decide di dare continuità all’attività familiare apportando le proprie conoscenze per modificare alcune componenti delle macchine per produrre gli imballaggi in legno. Tali macchine sono state create dallo stesso Ermenegildo, difatti prima non esistevano. Esse hanno una base, rappresentata da tradizionali telai da tessitura e una trama, costituita dal filo, con la differenza che l’ordito è di legno. «Sebbene lo scorso anno, nei mesi di marzo e aprile, abbiamo dovuto interrompere la fase produttiva, le consegne programmate sono state comunque garantite e pertanto ci riteniamo tra le aziende fortunate operando in un settore, come quello alimentare, che non ha subito particolari conseguenze. Invero – spiega Davide Colombo – il problema più grosso è derivato dalla chiusura delle esportazioni all’estero che ha ridotto il lavoro dei caseifici. Mentre, a livello di produzione interna, il quantitativo di lavoro non ha conosciuto flessioni rilevanti. L’unica differenza degna di nota rispetto al passato consiste nel fatto che i caseifici, mentre prima non esitavano ad ordinare grossi quantitativi di imballaggi, oggi invece tendono a fare richieste meno corpose, ma più frequenti per evitare di avere materiale inutilizzato in giacenza. In sostanza il dato finale della produzione è rimasto quasi invariato e la rosa dei nostri dipendenti non ha subito variazioni contando quattro donne. Nel caso in cui la situazione pandemica dovesse renderlo necessario, potremmo ricorrere, fino a giugno, alla possibilità di accedere alla cassa integrazione per le nostre dipendenti». L’originalità e l’attenzione al dettaglio sono caratteristiche che hanno contraddistinto, in questi settantadue anni di attività, la ditta rendendola competitiva in un settore di nicchia grazie ad un metodo che garantisce la conservazione del formaggio e ha un occhio di riguardo nei confronti dell’ambiente, offrendo un’alternativa all’utilizzo di imballaggi in plastica decisamente meno sostenibili.