Aumentano le richieste al centro di aiuti Caritas

Suor Diletta Brambilla: «I pacchi in distribuzione sono sempre più numerosi. Ci dobbiamo occupare anche di bollette e farmaci»

La situazione non sta migliorando, anzi è sempre più critica. La povertà morde il freno e la mensa della Caritas di via Sforza sta diventando un punto di riferimento per chi ha bisogno di aiuto. I due referenti, del resto, sono religiosi che raccolgono a Mortara e in Lomellina una stima universale. Sono don Felice Locatelli e suor Diletta Brambilla. Il primo informa periodicamente dell’andamento della mensa anche i fedeli che lo seguono nella chiesa dei Frati (di fatto santuario di Sant’Antonio) dove è rettore da moltissimi anni. La seconda oltre a  curare direttamente la mensa è la responsabile del “centro ascolto”, dove si esaminano le reali condizioni delle persone che chiedono aiuto. I dati, peraltro, sono incrociati e messi a disposizione anche dalla Croce rossa, che analogamente fornisce una distribuzione di pacchi alimentari. «Noi non rifiutiamo un pasto a nessuno – spiega suor Diletta – quando arriva una persona, qui a mezzogiorno, e chiede da mangiare trova la porta sempre aperta. Poi ovviamente dobbiamo capire qualcosa di più della sua condizione di vita. Ecco che allora interviene il centro di ascolto. Ma assicuro tutti che qui viene gente poverissima. Noi controlliamo anche l’Isee, e spesse volte non solo sono sotto i seimila euro, ma addirittura non hanno nulla. Molti sono italiani». L’ultimo fenomeno è che aiutare con un pasto non è più sufficiente. «Ci sono delle condizioni di indigenza che molti non immaginano neppure – prosegue suor Diletta – chi viene qui ha bisogno anche di medicinali. Ecco che per questo abbiamo avuto una donazione della Fondazione Coghi  che ci consente di mandare in farmacia alcuni bisognosi. Serve anche quello. Ci sono prodotti che non sono a carico del servizio sanitario e che questa gente non è in grado di comperare. Faccio io da tramite personalmente. Grazie a questo contributo». Altro tema che sta ingigantendosi è quello del pagamento delle bollette. «Se una persona in queste condizioni riceve una bolletta di 200 o più euro – che per gli standard di oggi è poco – non ce la fanno a pagare. In questo caso abbiamo un fondo Caritas di cui possiamo disporre. Purtroppo i soldi finiscono e sono limitati». Infine ci sono i pacchi alimentari, che sono la funzione primaria della mensa di via Sforza. «Sono in costante e progressivo aumento – confermano sia suor Dilette che don Felice – stiamo arrivando a distribuire almeno quaranta pacchi alimentari alla settimana, con razioni che sfamano dai 3 ai 7 familiari. Per fortuna abbiamo il cibo. Lo distribuiamo in maniera completa, e aggiungiamo sempre dei prodotti freschi». 

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