LA CAMELIA COLLEZIONI – Vinili e autografi, fascino eterno e senza tempo.

A cura di Alessandra Restelli e Maria Luisa Siviero.

L’introduzione del vinile in Italia avvenne nel periodo post-bellico, quando l’economia iniziò a riprendersi e ci fu una crescente domanda di intrattenimento domestico. Divenne rapidamente popolare grazie alla sua capacità di offrire una qualità sonora superiore rispetto ai precedenti supporti, come i dischi in gommalacca. Dopo la Seconda Guerra Mondiale infatti, inizia a prendere piede come principale formato per la musica registrata restando dominante anche negli anni 60 e 70. In questo periodo, emergevano cantautori iconici come Lucio Battisti, Mina e Adriano Celentano. Questi artisti contribuirono a plasmare il panorama musicale e i loro successi venivano stampati su vinile, rendendoli accessibili a un pubblico sempre più vasto. I dischi mono presentano una sola traccia audio per lato e sono stati utilizzati soprattutto negli anni ’50 e ’60; quelli stereo, introdotti negli anni ’60, presentano due tracce audio per lato. La velocità dell’ascolto dà il formato 7 pollici (45 giri) per singoli e brani promozionali con una canzone per lato, 10 pollici apprezzato per edizioni speciali e il 12 pollici (33 giri) per album completi. Cominciarono a diffondersi anche gli autografi. Gli artisti che partecipavano a Sanremo divennero vere e proprie icone di stile e talento, e la loro popolarità crebbe di pari passo con la voglia dei fan di ottenere un autografo come simbolo di ammirazione. Non erano solo un souvenir, ma divennero anche oggetti da collezione. Insieme rappresentano un ponte tra passato e presente. Ci ricordano l’importanza della musica come forma d’arte e di connessione umana. In foto, alcuni dischi e autografi presenti in Collezione a cui si aggiungono radio e giradischi come il noto a marchio Lesa, album di figurine e raccoglitori.

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