A cura di Don Cesare Silva.
Sul finire degli anni sessanta lo sviluppo demografico e urbanistico del rione di Battù ispirava al vescovo monsignor Luigi Barbero di costruire una nuova struttura parrocchiale non lontano dall’antica chiesetta della Madonna del Parto stralcialdo il territorio dalla parrocchia dell’Immacolata eretta non molti anni prima. La Chiesa fu intitolata a Gesù Divin Lavoratore raccogliendo il mondo del lavoro e unendo imprenditori e operai. La chiesa di forme moderne fu ornata con vetrate raffigurante ciascuna il santo patrono di una professione. Il progetto originario era quello di convogliare nella nuova chiesa le antiche corporazioni presenti nelle chiese della città come ad esempio i fabbri e gli osti a San dionigi, altro esempio sono i falegnami e i parrucchieri alla Madonna del Popolo, i muratori a San Bernardo (questi ultimi sono gli unici ancora attivi). Fu collocato nell’edificio anche l’altare e le statue lignee moderne dei santi Crispino e Crispiniano che sono i patroni del settore calzaturiero. Ancora oggi essa è la sede delle celebrazioni religiose annuali dell’onomimo consorzio che ha una rilevanza nazionale e non solo. Il primo parroco che venne nominato fu don Aurelio Nobili incaricato della pastorale diocesana del lavoro che eresse i locali parrocchiali e l’oratorio. Il suo successore, don Piero Maggi, arricchì notevolmente la chiesa di numerose opere d’arte moderne come ad esempio i portali bronzei oltre ad accompagnare – fra le altre cose – lo sviluppo del Consorzio dei santi Crispino e Crispiniano per diverso tempo.