A cura di Simone Tabarini.
A Tromello vi è una tradizione unica durante il periodo della Pasqua Cristiana. Il Giovedì Santo, un penitente incappucciato, vestito di rosso e a piedi nudi, attraversa le vie della cittadina di Tromello, durante la processione chiamata, quasi volgarmente, “del Crocione”. Ma perché si svolge questa cerimonia? Secondo la tradizione orale, il tutto sarebbe nato nel XVII secolo, quando, il centro abitato era minacciato dalla Peste. Molti abitanti vennero colpiti dalla malattia, tanto che si parlò di una possibile scomparsa di Tromello. Così, come ultimo baluardo, per cercare di arginare l’imminente disastro, la popolazione fece appello a Dio, ricostruendo in tutto per tutto gli ultimi atti di vita di Gesù. Si decise di simulare la sofferenza del figlio di Dio, ricordando Gesù che portava la croce. Vuole la leggenda che Dio decise di non far infettare più gli abitanti del paesino. Questi ultimi, capito che avevano ricevuto una grazia, decisero di edificare la chiesa di San Rocco, Santo che proteggeva dalla peste. La processione ad oggi, dovrebbe avere un carattere strettamente religioso, ma negli ultimi anni, la maggior parte delle persone partecipa solo per curiosità e per scoprire chi è il protagonista incappucciato che porta la pesante croce in legno. È noto infatti che l’identità del penitente rimane segreta; solo le persone a lui vicine, ossia i familiari e il parroco di Tromello, sono a conoscenza della sua vera identità. Al tramonto del Giovedì Santo, l’uomo scelto (che interpreta il ruolo di Gesù), si avvia dalla Chiesa di San Rocco, per le vie del centro cittadino, portando con sé una croce di legno, proprio a ricordare la penitenza e il calvario. Il tutto termina presso la Chiesa di San Martino Vescovo.