A cura di Simone Tabarini.
Il 27 aprile 1945, a Vigevano, si combatté l’ultimo scontro a fuoco della Seconda Guerra Mondiale in Lomellina, noto come “l’attacco al treno tedesco”. In realtà si trattava di tre convogli e non di un singolo treno, partiti da Mortara e diretti prima a Milano e poi in Germania, che trasportavano armamenti, viveri, mezzi, soldati e secondo diverse fonti, anche casse piene di lingotti d’oro. Quest’oro non arrivò mai a destinazione e da allora aleggia un mistero sul suo destino. Tre sono le ipotesi più accreditate. La prima sostiene che i lingotti vennero scaricati a Mortara e trasferiti in Germania tramite un furgone con targa italiana. La seconda racconta di un presunto sabotaggio dei binari da parte dei partigiani nei pressi del “Casello 10”, tra Morsella e Vigevano. Durante il caos seguito al sabotaggio, alcuni soldati tedeschi avrebbero nascosto l’oro lungo il torrente Terdoppio, con l’intento di recuperarlo successivamente – cosa mai confermata. La terza ipotesi, ritenuta la più verosimile, racconta che dopo lo scontro nella stazione di Vigevano, alcuni cittadini curiosi, si avvicinarono ai convogli e trovarono le casse contenenti il prezioso materiale. Approfittando del disordine generale, se ne impossessarono. Non è un caso che, nei mesi seguenti, alcune persone improvvisamente divennero ricche, acquistando intere abitazioni e beni di lusso, pur non avendo mai avuto grandi possibilità economiche. I nomi di questi “fortunati” probabilmente non verranno mai alla luce, ma le voci, i sospetti e gli strani cambiamenti di vita alimentano ancora oggi il mistero. Dunque, l’oro sul treno c’era? Ad oggi molti confermano che i lingotti presenti sul convoglio tedesco, esistevano e hanno arricchito parecchie persone.