MORTARA NEI DINTORNI E NELLA STORIA – Il custode del rosso di Robbio

A cura di Simone Tabarini

Molto tempo fa, quando la terra di Robbio era ancora coperta da foreste e i villaggi erano solo poche capanne di legno, tra gli alberi viveva una creatura chiamata Rudiobios. Nessuno sapeva esattamente cosa fosse. Alcuni dicevano fosse un antico spirito della natura, altri lo descrivevano come un uomo dal sangue mescolato con quello degli alberi. Era alto, con la pelle venata di verde e capelli rossi. Parlava con le piante, e appariva solo al tramonto, quando la luce si faceva dorata e il mondo sembrava sospeso. La gente lo temeva e lo rispettava. Lo chiamavano “il custode del rosso”, perché ovunque passasse, spuntava una pianta dai piccoli fiori bianchi e dalle radici cremisi: la robbia. Nessuno osava raccoglierla. Arrivò una carestia; I raccolti marcivano nei campi, e i colori sparivano dai vestiti, dai visi, dai sogni. Fu allora che una bambina, si avventurò nella foresta. Cercava qualcosa da mangiare, ma trovò invece un sentiero che conduceva a una radura. Lì c’era Rudiobios, che la guardò.
«Perché sei venuta?» chiese, con voce che sembrava il fruscio delle foglie. «Per riportare il colore a casa mia», rispose lei. Rudiobios le sorrise. Le insegnò a estrarre il rosso vivo dalle radici della pianta. Quel rosso era speciale: dava calore d’inverno, proteggeva dalla sfortuna e colorava la lana come fosse fuoco vivo. La bambina tornò al villaggio e insegnò agli altri ciò che aveva appreso. Da allora, la robbia fu coltivata e Robbio divenne famosa per i suoi tessuti color rubino. Si dice che Rudiobios sparì dopo quella notte. Ma ogni primavera, nei campi, sboccia ancora la robbia. Se si rimane in silenzio al tramonto, si può ancora sentire il suo passo leggero tra le piante e un sussurro nel vento.

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