Il dialetto dei nonni: proverbi, storie e filastrocche da salvare

MORTARA – Cucine, stalle, campi di riso. È in questi luoghi che, per generazioni, si è tramandato un patrimonio fatto di detti, proverbi, giochi e formule magiche. Una cultura orale ricca di suoni, ritmi e saggezza popolare, oggi sempre più a rischio di scomparsa. Ma c’è chi continua a custodirla con cura. Come Luisa Cuzzoni, lomellese di origine e mortarese d’adozione, che ha raccolto e trascritto decine di filastrocche apprese dalla nonna Bigia, nata nel lontano 1885. Un lavoro di memoria e amore per le radici, che restituisce voce a un passato fatto di racconti semplici ma profondi, spesso nati attorno al focolare o tra le mani sporche di terra. Un patrimonio prezioso, che oggi anche Regione Lombardia intende valorizzare e salvaguardare. L’ente ha infatti promosso un concorso rivolto alle scuole, con l’obiettivo di far conoscere e trasmettere alle nuove generazioni questa eredità culturale fatta di parole e storie condivise. Perché dietro ogni filastrocca, ogni proverbio, si nasconde una lezione di vita. E conservarla è un modo per non perdere il filo della nostra identità.

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