A cura di Don Cesare Silva
Affacciata sulla piazza principale di Gambolò, nel cuore dell’antico centro un tempo circondato da mura, sorge la chiesa parrocchiale dedicata a San Gaudenzio. Le origini di questo edificio risalgono ai primi secoli dell’era cristiana, come ricorda il titolo del primo vescovo di Novara. Secondo alcuni storici, essa succedette all’antica pieve di San Pietro, menzionata nel 1133. La prima testimonianza della chiesa di San Gaudenzio risale al 1295, e nel 1347 si fa menzione della sua trasformazione in prepositura collegiata. Nel 1437 la chiesa venne riedificata e fu consacrata nel 1554. Tra il 1510 e il 1512 fu innalzata sulla facciata la torre campanaria, che ancora oggi svetta sul paese, coronata da un’altissima cuspide conica rivestita in marmo. Il pregevole concerto di cinque campane risale al 1779.
Nel 1530 la parrocchia di San Gaudenzio passò alla nuova diocesi di Vigevano, mentre l’altra parrocchia di Gambolò, con sede nella chiesa extra muraria di Sant’Eusebio, rimase sotto la diocesi di Pavia fino al 1817, anno in cui fu anch’essa annessa alla diocesi di Vigevano con il resto della Lomellina. Con bolla pontificia del 25 settembre 1832 le due parrocchie furono unite sotto il titolo dei Santi Gaudenzio ed Eusebio. L’antica collegiata di San Gaudenzio fu elevata a sei canonici nel 1580 e, grazie all’intervento del cardinale domenicano. Arcangelo Bianchi, nativo di Gambolò, furono istituiti nel 1687 cinque cappellani residenti, dotati di rendita. Nel 1634 i cappellani ricevettero il titolo di canonico. Il Capitolo fu poi soppresso dalle leggi napoleoniche nel 1801 e non fu mai più ricostituito. La vecchia chiesa parrocchiale si rivelò insufficiente, e si affidò all’architetto Crescentino Caselli la ricostruzione sull’antico sedime. Tra il 1884 e il 1890 furono edificati il transetto e il presbiterio, mentre tra il 1897 e il 1899 furono costruite le tre spaziose navate e la nuova facciata, in stile neo-romanico. In tempi recenti, quest’ultima è stata arricchita con mosaici dell’artista lomellino Piero Maccaferri, che hanno sostituito gli originali dipinti ormai sbiaditi. L’interno è decorato da uno splendido ciclo di affreschi su fondo oro, realizzati tra il 1900 e il 1902 da Rodolfo Gambini e Giovanni Sottocornola e recentemente restaurati. L’altare maggiore è sovrastato da un pregevole ciborio in marmi e mosaici, progettato dall’architetto Mina di Lomello. FINE PRIMA PARTE