LE NOSTRE CHIESE – Pieve di Sant’Eusebio in Gambolò

A cura di don Cesare Silva

La pieve di Sant’Eusebio si trova alla periferia del paese, su un’altura, e costituisce uno straordinario scrigno salvato dal degrado con le opere artistiche conservate all’interno a cura della parrocchia e del
municipio a partire dal 2003,con un’operazione tanto ardita quanto meritoria. Le origini risalgono ai primi secoli dell’introduzione del Cristianesimo in Lomellina e fu pieve vercellese: diversi frammenti
marmorei di lapide ed altari d’epoca romana confermano l’esistenza di un insediamento antichissimo. L’edificio in stile romanico a tre navate risale al secolo XI e presenta diverse analogie costruttive e
decorative con la coeva basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello: il mantenimento delle successive aggiunte rende l’edificio assai riguardevole. Nel 1253 fu restaurata la chiesa erigendo il campanile (cui venne aggiunta nel secolo XVIII la cella sormontata dal cupolino barocco) e l’abside poligonale in stile gotico-lombardo. Nel secolo XVII furono aperte due grandi cappelle nelle navate laterali per ospitare le Confraternite del Suffragio e della Madonna del Carmine. L’antica pieve vercellese passò nel secolo X alla diocesi di Pavia e fu sede di parrocchia distinta da quella di San Gaudenzio, che si trovò, a differenza di Sant’Eusebio, dentro la cerchia muraria cinquecentesca. La divisione non era territoriale – come usualmente – ma famigliare: si apparteneva all’una o all’altra secondo la famiglia. Gli immigrati erano inseriti in base al censo (i benestanti a Sant’Eusebio). FINE PRIMA PARTE

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