PALESTRO – C’è chi sogna una band con cui condividere il palco, e chi invece sceglie di non averla affatto. È il caso di Simone Zambelli, 44 anni, palestrese, impiegato amministrativo di giorno e musicista per passione, che ha inventato un progetto decisamente fuori dagli schemi: scrive, suona, registra e mixa tutto da solo, ma poi affida le sue canzoni ad altre voci. Perché? «Sono stonatissimo – ammette con un sorriso – meglio che cantino gli altri». Il progetto si chiama Nohaybanda. Il nome, preso dallo spagnolo, significa “non ho una banda” ed è anche un omaggio a Mulholland Drive di David Lynch. Un titolo perfetto per un’idea che all’inizio era quasi un gioco: registrare bozze con chitarra e voce e chiedere ad amici di interpretarle, anche solo come scusa per rivedersi.