MORTARA – Nelle ultime settimane, nella chiesa ortodossa di via Vecchia di Galliate, gli esorcismi sono aumentati, non di poco, e le preghiere di liberazione guidate dall’abate Evloghios e da padre Kirill stanno registrando un afflusso sempre più consistente: più persone che cadono a terra, più casi definiti “forti”, più fedeli in cerca di aiuto spirituale, un fenomeno inatteso che sta trasformando il monastero di Mortara in un punto di riferimento per chi attraversa momenti di profonda fragilità interiore e cerca conforto, protezione e preghiera; a colpire non è solo il numero di presenti, ma la varietà: giovani, adulti, famiglie intere, persone sole, credenti abituali, curiosi che diventano assidui, uomini e donne che arrivano da lontano per una speranza che ritengono di non poter trovare altrove; «Nelle ultime giornate – racconta l’abate Evloghios, al secolo Davide Legnazzi – abbiamo notato un’intensità diversa, è come se qualcosa si stesse muovendo nel cuore delle persone, un bisogno crescente di essere ascoltati e liberati»; l’episodio più significativo risale a mercoledì scorso: «È stata una serata molto dura – dice il sacerdote – sono arrivati da Genova, da Alessandria, da Saronno, alcuni sono caduti per terra durante la preghiera, una ragazza, con voce da uomo, sotto obbligo in nome di Gesù ha detto: “Sono Asmodeo. Lei è mia e la porterò con me”; è un tentativo di dannare un’anima, ma riusciremo a liberarla, ne sono certo».





