Dalla classe allo Spazio: “One of Us”, lo spettacolo della scuola Robecchi che racconta diversità, pace e futuro

VIGEVANO – Un’aula scolastica che si trasforma in palcoscenico dell’universo, un’astronave che atterra tra i banchi e “alieni” in missione per osservare l’umanità. È da questa suggestiva cornice che prende vita One of Us, lo spettacolo teatrale andato in scena mercoledì all’Auditorium Mussini di Vigevano, capace di coinvolgere studenti, docenti, famiglie e dirigente scolastico in un’esperienza intensa e partecipata. Al centro della rappresentazione c’è il tema dell’inclusione, affrontato attraverso una metafora immediata e potente: lo sguardo di chi arriva “da fuori”, di chi è percepito come diverso. Gli alieni del pianeta Biro, guidati dal comandante Nao, osservano le dinamiche terrestri e in particolare quelle di una classe multiculturale, autentico specchio della società contemporanea. Sul palco si intrecciano storie personali, conflitti, ironia e momenti di forte impatto emotivo. I giovani interpreti, provenienti da Paesi e contesti diversi, danno voce a esperienze reali di migrazione, guerra, perdita e resilienza. Dall’Ucraina a Gaza, dal Mediterraneo al Sud America, il racconto attraversa un mondo complesso e ferito, ma ancora capace di speranza. La narrazione alterna dialoghi brillanti e riflessioni profonde, alleggerite dagli interventi comici della bidella Gisella, fino a momenti corali di grande intensità sostenuti da musica, danza e multilinguismo. Inglese, francese e spagnolo diventano strumenti di apertura e dialogo, mentre i riferimenti a figure simbolo come Martin Luther King rafforzano il messaggio universale di uguaglianza e diritti. Particolarmente significativa la scelta di affrontare temi attuali e delicati – dal cyberbullismo ai social network, dai conflitti armati alla crisi ambientale – senza retorica, ma attraverso il punto di vista autentico dei ragazzi. Gli alieni, inizialmente percepiti come “diversi”, finiscono per rivelarsi simili agli esseri umani nella capacità di ascolto e di empatia. Non a caso, il personaggio più silenzioso, Aznareps, svela nel finale il suo vero nome: Speranza. Il messaggio conclusivo è chiaro e potente: la diversità è una ricchezza e solo riconoscendoci parte di un’unica comunità è possibile costruire ponti invece di muri. Un messaggio che ha raggiunto anche il pubblico in sala, visibilmente coinvolto e commosso. One of Us si è così rivelato non solo uno spettacolo teatrale, ma un vero e proprio atto educativo, capace di trasformare il teatro in spazio di dialogo, consapevolezza e crescita condivisa. Lo spettacolo, originale, è stato scritto dalle docenti Adriana Romeo e Monica Calvani. Le coreografie, curate dalla giovane collaboratrice esterna Irene Severino, insieme ai costumi e alle scenografie realizzati con materiali di riciclo dagli alunni del progetto CreAzioni, hanno arricchito la messa in scena. Fondamentale anche il contributo musicale del coro “FaRe Musica”, diretto dalla professoressa Eleonora Bascapè, con la canzone inedita One of Us firmata dal professor Lorenzo Barbara. Un lavoro corale, sostenuto da un team di insegnanti affiatati, che ha regalato alla città una serata di teatro capace di unire emozione, impegno e speranza.

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