Colleziona macchine per cucire Cerca uno spazio dove ospitarle

Giovanni Baldin le raccoglie e sistema: una passione ereditata dalla moglie Vivetta a cui è intitolato il museo a Robbio che vanta pezzi della collezione.

Vanta una collezione di quasi 1.500 macchine per cucire e cerca un nuovo spazio per ospitare un pezzo del suo passato. Giovanni Baldin, 76 anni da compiere, è noto per essere il marito di Vivetta Marangon, conosciuta per aver gestito la merceria Vivian che conta due punti vendita, uno a Robbio e l’altro a Mortara. Alla donna, scomparsa nel 2016, è intitolato il museo aperto alle scuole medie, per volere del marito che ne porta avanti la memoria. Giovanni Baldin è anche il padre di Giuliana, presidente della Pro loco, e uno dei sogni dell’associazione è realizzare un museo nella villa Pallavicino ristrutturata con i fondi regionali del progetto “Pic” (Piani integrati per la cultura). Un progetto sospeso causa pandemia. L’obiettivo è anche insegnare ai Neet (giovani che non studiano né lavorano) un mestiere oggi non più di moda. 

È una collezione unica nel suo genere che raggruppa marchi storici come Singer e  Necchi fino a quelli minori. Cinquecento di queste macchine per cucire si trovano quindi nel museo Vivetta. Le altre sono a casa di Giovanni o presso quelle di amici e conoscenti. In totale parliamo di più di mille pezzi unici da collezione che però hanno bisogno ora di uno spazio più grande per poter essere ospitati. «Sono 40 anni che raccolgo queste macchine – spiega Baldin – e in più continuano a portarmele. Tutto è nato per il mestiere di mia moglie: lei le usava per lavoro, io le riparavo e quando vedevo una macchina vecchia e abbandonata mi veniva naturale sistemarle. Ce ne sono tantissime che vanno dalla metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri. Ognuna ha la sua storia particolare: c’è quella realizzata in onore della regina Margherita di Savoia e quella usata nei laboratori tessili di Mede per cucire i fili di paglia dei cappelli delle mondine». Negli anni si è creato una fama di collezionista che ha superato anche i confini locali. Tra le curiosità, circa 300 macchine sono state da lui aggiustate e inviate in Africa, pronte per essere utilizzate nei Paesi che più ne hanno bisogno. «Diverse me ne sono arrivate anche dalla Francia – va avanti Baldin – altre sono andato a ritirarle a Milano, Varese e in generale su tutto il territorio lombardo. Pensate che ho un garage in grado di ospitare tre posti auto ma la macchina deve restare fuori perché al suo interno ci sono i macchinari. Mi piacerebbe che questa storia fosse ospitata in un museo e che anche i giovani, anche attraverso l’organizzazione di laboratori didattici, possano apprendere un mestiere che ormai non è più di attualità, eppure fa parte del patrimonio culturale e artistico del nostro territorio. Mia figlia Giuliana ha portato avanti questo progetto, in collaborazione con il Comune, per realizzare un’ala, gestita dalla Pro loco, dedicata a questi due scopi all’interno di Villa Pallavicino. Ma tutto è subordinato all’entità dei costi e dei finanziamenti. In ogni caso porto avanti la mia missione che è quella di custodire quello che è un pezzo del cuore della mia famiglia». 

2 thoughts on “Colleziona macchine per cucire Cerca uno spazio dove ospitarle

  1. Grandissimo…
    Io..le macchine da cucire..LE TRASFORMO..in..trattori….e..altri oggetti
    Tanti..saluti..Michel

  2. Persone del cuore grande, ho appreso ora della scomparsa di sua moglie, mi dispiace molto. Auguro a Giovanni di trovare il posto per le sue macchine!
    Avevo comprato una da lui che ho portato in Argentina, al confine con il Paraguay, per gli indios, abbandonati da tutti.

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