Croce Azzurra, destino in bilico «Così sarà dura andare avanti»

Costi in aumento e, causa pandemia, non sono stati inseriti altri volontari in organico. Il servizio del 118 è stato prorogato fino al 31 dicembre

Con il rialzo dei contagi da Covid-19, c’è sempre più bisogno del supporto delle associazioni di volontariato per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Tra queste la Croce Azzurra Robbiese, il cui orizzonte continua però ad essere nebuloso. Se il servizio del 118 è stato prorogato almeno fino alla fine dell’anno, la preoccupazione dell’associazione che si trova in via Mortara è legata al turnover che è mancato in questi mesi, complice anche l’emergenza sanitaria che ha impedito lo svolgimento dei corsi di formazione. «Tra pensionamenti per sopraggiunti limiti di età e altri volontari che hanno preso altre strade – spiega il presidente della Croce Azzurra Robbiese, Ivano Morelli – oggi abbiamo circa 50 volontari. Abbiamo invece assunto due dipendenti per provvedere all’ordinaria amministrazione. Le ultime settimane hanno visto un incremento significativo nel numero di interventi, con tempi perfettamente sovrapponibili a quelli della primavera scorsa. Il problema è che ancora oggi andiamo avanti con dei costi passivi che risalgono ormai a otto anni e che non sono più sostenibili, alla luce della situazione odierna». Una situazione che rimane quindi difficile, come evidenzia il numero uno dell’associazione presente a Robbio dal 1968. «Ci ha limitato notevolmente l’impossibilità di organizzare eventi che ci permettevano di avere più respiro – va avanti ancora Morelli – noi infatti operiamo in regime di autofinanziamento e non potremo organizzare nulla neanche per le festività natalizie. Per il resto, il nostro futuro è incerto: se è vero che abbiamo ottenuto la proroga del servizio del 118 fino al 31 dicembre, è altrettanto vero che, qualora ne ottenessimo un’altra per il prossimo anno, dovremo fare i conti con una gestione economica in sofferenza. Non vogliamo arrivare a tagliare nessuno ma è chiaro che così è dura mantenere in vita il servizio di emergenza urgenza, se i costi non saranno rivisti», conclude Morelli. Il rischio, non ancora scongiurato, è che molti volontari si debbano trasferire nella sede operativa più vicina, che si trova a Vigevano. Con tutto ciò che ne consegue per l’utenza robbiese che resterebbe privata di un servizio fondamentale.

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