Miasmi, Villa Necchi protesta: «Non riusciamo a lavorare»

I titolari, esasperati, hanno scritto al sindaco: «Gli odori sono così forti che non possiamo aprire le finestre. Così perderemo ancora clienti»

La protesta contro i fanghi arriva anche da Villa Necchi. Nei giorni scorsi i titolari della struttura che si trova alla Portalupa, nel pieno del Parco del Ticino, hanno scritto una lettera, indirizzata all’amministrazione comunale e al sindaco Antonio Costantino, per sottolineare il disagio causato dai forti odori causati dallo sversamento nei campi agricoli e che, a detta loro, impedirebbe addirittura di lavorare. Nelle settimane scorse sono state molteplici le segnalazioni che hanno riguardato diversi Comuni del territorio e da più amministrazioni è arrivata anche la richiesta di un tavolo istituzionale tra sindaci per prendere provvedimenti drastici e, per quanto possibile, risolutori. Ma, probabilmente per la prima volta, l’invito in tal senso arriva dagli operatori economici, probabilmente i primi a pagare le conseguenze negative di un fenomeno ancora difficile da eliminare. «La qualità dell’aria in questa zona è diventata irrespirabile a causa dell’uso di fertilizzanti derivanti da depurazione fanghi, fatto che si ripete ogni anno, vicenda prontamente segnalata verbalmente alla Polizia e al Comune – è quanto scritto nella lettera firmata dal titolare della struttura alla frazione Molino d’Isella, Renato Grassini – ultimamente l’odore è talmente forte e acre da non poter aprire le finestre per permettere il ricambio dell’aria. Ad essere sarcastici, si potrebbe dire che ci sentiamo costretti a fare un giro a Gambolò per prendere una boccata d’aria». Da Villa Necchi segnalano anche come in uno degli ultimi meeting organizzati nalla struttura in molti accusassero anche bruciori di gola, a causa dei miasmi. «L’ambiente maleodorante non giova affatto alla nostra reputazione fra i nostri graditi ospiti – conclude Grassini – ma anzi tende ad allontare chiunque dalla zona contribuendo a peggiorare una situazione economicamente già difficile a causa della pandemia che purtroppo ci ha tutti colpiti».

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