Nel romanzo “Meno Dodici” l’ex primario di Lodi è in auto e racconta di portare il figlio Filippo nella sede della Croce Rossa di viale Capettini
Con oltre sette milioni di ascolti e uno share del 30.5%, e picchi del 34.8% la fiction ”Doc – nelle tue mani” ha stravinto giovedì scorso la prima serata di Rai1 e si conferma come la fiction “medical” più amata dagli italiani. Questo è il parere pressochè unanime della critica. Per i mortaresi e i lomellini, però, potrebbe anche interessare che il serial tivù ha nelle sue pieghe un po’ di Mortara. È infatti tratto dal libro di Pierdante Piccioni che ha raccontato la sua storia vera. L’autore del libro “Meno Dodici”, primario dell’ospedale di Lodi, ha un incidente e va in coma. È il 31 maggio del 2013. Quando si risveglia, poche ore dopo, è convinto che sia il 25 ottobre del 2001. Dodici anni della sua vita sono stati inghiottiti. Nel raccontare la sua vicenda Piccioni con una prosa sciolta parla di Lodi, Pavia e al capitolo XXIII anche di Mortara. “A un certo punto, Filippo (il figlio ndr) si voltò verso di me, mentre con la macchina passavamo tra casoni lungo i binari e frotte di ragazzi in giacca a vento e pantaloni militari. «Perchè mi odi?» disse improvvisamente. Sentii il suo sguardo fisso su di me. Lo stavo accompagnando a Mortara, ed ero contento di farlo perchè faceva parte della nostra nuova vita. Avrebbe passato il fine settimana nella sede della Croce Rossa, a fare volontariato». La storia di Piccioni è vera, e anche questo è un particolare che risponde a verità, anche se il dettaglio è talmente minimo che è passato inosservato a molti. Il presidente della Croce Rossa di Mortara, Umberto Fosterni, conferma: «In quegli anni Filippo Piccioni aveva effettivamente frequentato la Croce Rossa di Mortara. Era per una abilitazione che poi ha ottenuto. Attualmente è ancora volontario della Cri in provincia di Pavia. È solo per una serie di combinazioni curiose, certo, non trasferibili alla serie televisiva, ma solo al libro, che noi abbiamo a che fare con questa storia. Ma ci fa piacere sapere che il primario dell’ospedale di Lodi e suo figlio hanno apprezzato la Croce Rossa di Mortara».