Devo a Lorella Carisio uno dei ricordi più formativi della mia vita e anche il momento esatto in cui ho capito che davanti ad una platea avrei sempre dato il massimo, senza provare il minimo imbarazzo. Questa intervista è pertanto di parte, ve lo dico in partenza, e si fonda su un amore comune, quello per il palco. «La mia passione per lo spettacolo nasce nel 1978 – spiega Lorella, educatrice, attrice, insegnante di arte drammatica per i più piccoli, e non solo, alla Scuola Civica Musicale di Mortara – allora infatti entrai nella squadra di twirling e fu amore immediato: facevo la majorette e, nello stesso tempo, praticavo ginnastica artistica per allenarmi. Fui subito conquistata dalla messa in scena, partecipando a tante ospitate nelle tv locali e alle numerose esibizioni estive durante le sagre dei vari paesi. Ricordo che mi allenavo per ore ogni giorno, anche perché non mi limitavo agli spettacoli, ma facevo anche le gare: crescendo, poi, sono diventata anche insegnante federale di twirling. Insomma era il mio mondo, il posto in cui mi sentivo a mio agio. A fine anni ’80 è arrivata la danza, sotto la guida di Patrizia Lanza, e mi ha dato modo di esprimermi ulteriormente». Sono gli anni in cui ho conosciuto Lorella e vi posso assicurare che era uno spettacolo vederla ballare: non era solo movimento, c’era espressione, comunicazione, passione. «In seguito, mi sono dovuta fermare per un po’ – continua Lorella, con quel tono di voce che staresti ad ascoltare per ore, perché il suo racconto si fa immagine e diventa una sceneggiatura. Quella della sua vita – è infatti nata mia figlia Sara. Avevo 23 anni e ho dovuto fare scelte forti. Appena però lei è cresciuta e ho avuto più tempo, sono tornata a cercare ciò che amavo. E, nel 2011 ho incontrato Marta Comeglio, l’incontro che ha segnato un nuovo inizio. Aveva infatti dato vita a “Voci”, un corso di teatro aperto alla cittadinanza: mi sono iscritta e la mia vita è cambiata. Ho trovato la mia strada e non ho più smesso di frequentare corsi, di recitare, di salire sul palco. Nel 2008 è nata la compagnia “I riso e amaro”, in cui sono subito entrata». La vita di Lorella non è solo recitazione, però. Lorella ama anche insegnare, trasferire agli altri la sua passione, aiutare con la recitazione chi attraversa momenti difficili. «L’occasione per l’insegnamento si è presentata nel 2007, quando mi hanno offerto di tenere un corso per musical all’istituto Pollini di Mortara. Ci pensi? Musical. Canto, danza e recitazione. Proprio quello che io adoro. È stato un successo e abbiamo messo in scena un Moulin Rouge bellissimo. Da lì, si è sparsa la voce e ho iniziato a lavorare in varie scuole, fino a quando, nel 2010, ho avviato il laboratorio di teatro e musical alla Civica Musicale di Mortara. Oggi abbiamo all’attivo tre corsi, sia per adulti che per bambini, che si integrano perfettamente con quelli tenuti da Marta Comeglio al Civico.17: insieme cerchiamo di avvicinare sempre più persone al teatro e all’espressività. Un laboratorio, che è nato ultimamente e di cui sono particolarmente fiera, è quello del mercoledì, in cui ci dedichiamo a bambini che stanno attraversando periodi un po’ difficili, con problemi di elaborazione dell’emotività. È fantastico vedere come pian piano si aprano e si lascino andare. Io lo chiamo il laboratorio di confortologia, perché li aiuta a superare quel passaggio della loro vita: appena lo superano, naturalmente, confluiscono nel corso dei più piccoli, insieme a tutti gli altri. Ecco, questa esperienza mette insieme le mie due anime, di educatrice e di attrice e mi fa sentire davvero bene». Mentre lei racconta, mi viene in mente una frase della grande Monica Vitti: «Non mi poso mai sulle parole, ma sulle emozioni». Perché davvero Lorella usa le parole, ma solo per trasmettere emozioni.