Arrestati a Foggia gli otto, presunti responsabili del colpo alla Intesa San Paolo.

MORTARA – Sono ben otto gli indagati, tutt’ora in regime di custodia cautelare, accusati di associazione per delinquere finalizzata ai furti aggravati dall’utilizzo di materiale esplosivo, violazione della legge sulle armi, ricettazione e riciclaggio. Lo scorso 19 settembre, avrebbero fatto esplodere anche lo sportello della banca “Intesa San Paolo”, in piazza Silvabella.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia hanno eseguito l’ordine di arresto, disposto dal Gip, in seguito alle indagini avviate nel dicembre 2023.Gli otto si sarebbero avvalsi di esplosivi oer danneggiare sportelli ATM e prelevare il denaro custodito al loro interno in tutto il territorio nazionale: infatti, oltre che a Mortara, i furti sono avvenuti nelle Province di Pavia e Milano, in Puglia, Piemonte, Campania e Basilicata. La sede principale era in Provincia di Foggia, dove l’associazione per delinquere era dedita alla commissione di furti aggravati presso istituti di credito, bancari e postali, attuati mediante ordigni artigianali (le cosiddette “marmotte”, assimilabili per caratteristiche e composizione ad armi da guerra) adoperati per danneggiare le casseforti, a loro volta collegate ai dispositivi di prelievo automatici.

Secondo la ricostruzione effettuata dalla Procura di Foggia e dai Carabinieri di Foggia, il modus operandi dei criminali prevedeva l’impiego di autovetture di grossa cilindrata, provento di furto o con targhe clonate per gli spostamenti, e l’utilizzo di carte di credito prepagate (fornite da uno degli indagati e intestate a stranieri) inserite nelle “bocchette” degli sportelli ATM, per assicurarne l’apertura e consentire la successiva introduzione della “marmotta”. L’organizzazione avrebbe beneficiato di specifiche professionalità e competenze e di un’attenta attività di pianificazione, con l’assegnazione preordinata dei ruoli che ciascun indagato avrebbe dovuto rivestire nel corso degli assalti (autisti, vedette, staffettisti, esecutori con compiti operativi e logistici). Durante le investigazioni sarebbe stato documentato il metodo con il quale il denaro asportato, macchiato dai dispositivi antifurto degli sportelli ATM, veniva ripulito e riciclato e sarebbero state accertate le modalità di spartizione dei proventi che prevedevano, tra l’altro, un tariffario prestabilito per i partecipanti e la corresponsione di somme di denaro in caso di buon esito del colpo.

La richiesta del provvedimento cautelare si giustifica con l’esigenza di arginare la reiterazione dei delitti, come evidenziato da un’attività di analisi che ha riguardato più di 80 furti aggravati con esplosivo in danno di banche e uffici postali commessi dalla fine del 2023 in tutto il territorio nazionale, permettendo di delineare in capo agli indagati, nell’ambito di indagini tuttora in corso, responsabilità in ordine a 17 assalti tra luglio e settembre, che avrebbero fruttato complessivamente circa 290.000,00 euro. Nel corso di perquisizioni effettuate contestualmente all’esecuzione della misura sono stati sequestrati numerosi documenti d’identità, carte di credito ricaricabili, banconote (parte delle quali “macchiate” o sottoposte ragionevolmente a trattamento per la smacchiatura) 31 cartucce cal. 12 e 7,65, 3 autovetture, 3 targhe per veicoli, 261 petardi, 2,20 metri di miccia per “marmotte” e 4 orologi di valore.  

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