L’appello dei parenti alla Rsa: fateci vedere i nostri anziani

«Chiudendo l’ingresso delle residenze gli ospiti sono stati isolati anche dai loro affetti e rischiano conseguenze psicologiche gravi»

Le case di riposo sono state spesso falcidiate, in questo periodo di pandemia, dalle morti di parecchi anziani. A Mortara è emerso il caso Cortellona, con un numero importante di decessi tra febbraio e marzo, sollevato dal consigliere comunale di opposizione Giuseppe Abbà. La Rsa cittadina ha un consiglio d’amministrazione nominato dal sindaco. Sempre al nostro settimanale è arrivata una lettera dalle operatrici della Casa di riposo Dellacà, le quali hanno comunicato invece una situazione di chiusura preventiva che ha funzionato e, per ora, sono riuscite a limitare i contagi. Ora una lettrice ci sottopone un ulteriore problema, non indifferente, quello della situazione in cui si stanno trovando ormai da tanto, troppo, tempo, gli anziani, anche quelli sani, o meglio non malati di Covid. «Per salvaguardare giustamente la salute degli ospiti – ci dice la nostra lettrice in una lettera – le case di riposo si sono da mesi precauzionalmente blindate, impedendo l’accesso a chiunque, tranne al personale, isolando così gli anziani non solo dal virus ma anche dagli affetti». È un problema che non va sottovalutato. La nostra lettrice aggiunge: «L’epidemia ha fatto emergere il poco rispetto che la nostra società esercita verso gli anziani. Le istituzioni parlano con le loro circolari, quesiti, disposizioni, indagini conoscitive, ma se chi di dovere non interviene velocemente a mettere in sicurezza le Rsa con tamponi al personale o quant’altro e ripristinando le visite dei familiari nel pieno rispetto della sicurezza reciproca, i nostri nonni che non sono né numeri nè rette da riscuotere sopravvissuti al coronavirus moriranno di solitudine. Sentimenti come l’abbandono, l’incertezza, la paura pervadono l’anziano e l’impatto emotivo del suo isolamento, situazione che metterebbe a dura prova chiunque, figuriamoci persone nella maggior parte dei casi affette da deterioramento grave delle facoltà intellettive, che generano confusione e disagio anche in condizioni normali è di sicuro devastante, con manifestazioni di insofferenza, nervosismo, instabilità, confusione, inappetenza (…). L’animazione è vietata perché considerata attività di gruppo aggregante così per alcuni di loro la malinconia per la mancanza della presenza delle persone care si è trasformata in apatia e a causa dell’isolamento cui sono stati sottoposti, si sono lasciati andare, ecco perché il problema della depressione senile e abbandono, in questi giorni di pandemia e per i nostri cari è sempre più forte». Un allentamento delle rigide regole sarebbe necessario – aggiungiamo noi in risposta – Se il blocco degli ingressi prosegue c’è il rischio di non poter mai più vedere il proprio caro. Servirebbe inoltre, in tutte le Rsa, molta chiarezza su quel che sta succedendo. Ci sono stati molti morti, ed è successo in quasi tutte le case di riposo della Lombardia. Per alcune di queste ci sono anche inchieste in corso. Avere un atteggiamento trasparente è l’unico sistema per difendere il proprio operato.

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