Dopo che Fabia Boriolo ha presentato una denuncia al presidente
del Consiglio, l’avvocato Luisa Della Bella esprime un’analisi giuridica
La denuncia presentata ai carabinieri dalla fiorista mortarese Fabiana Boriolo (nella foto in alto) contro il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte è un “format” che è stato seguito da migliaia di italiani, le ultime notizie parlano addirittura di seimila casi. E anche in Lomellina sono diversi che hanno deciso di farlo. Il motivo è stato spiegato dalla stessa Fabia la scorsa settimana al nostro settimanale. Le ingiustizie subite in seguito ai decreti che hanno limitato la libertà personale, alcune – secondo la querela – anche anticostituzionali hanno indotto la donna a presentare querela. L’iniziativa (nazionale) è partita dall’avvocato Edoardo Polacco, di Roma, patrocinatore di cassazione, che ha proposto uno schema poi seguito da migliaia di italiani. Molti cittadini, però, si chiedono: «Quali rischi potrebbe portare una denuncia di questo tipo?». Analizza la questione – dal punto di vista giuridico – l’avvocato mortarese Luisa Della Bella. «La denuncia-querela presentata dal collega avvocato Edoardo Polacco del Foro di Roma contro il Presidente Conte a cui hanno aderito migliaia di italiani tra cui la nostra concittadina, è indubbiamente la più grande iniziativa giudiziaria che si sia mai vista nel nostro Paese. Addirittura perché viene proposta per attentato alla costituzione in violazione dell’art. 283 c.p. nonché di altre norme penali e costituzionali – afferma la Della Bella -. È una denuncia a quello che viene considerato un sopruso giuridico ma proposta con tutti i mezzi democratici che ci mette a disposizione la legge italiana. Ritengo che sia una dimostrazione di democrazia portata avanti da cittadini che vogliono tutelare i loro diritti vilipesi con riserva di costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni». L’avvocato prosegue e analizza un altro aspetto: «È una richiesta più che legittima se fatta nel rispetto dei principi previsti dalla legge. Che ci sia o meno l’avvio di un procedimento, la cosa che più conta è che i cittadini che ritengono di essere stati lesi nella tutela dei loro diritti, denuncino alle autorità competenti perché, se ci sarà una sentenza, le sentenze vengono pronunciate “in nome del popolo italiano” e il popolo italiano siamo noi». L’ipotesi dell’archiviazione esiste, sarà la magistratura competente a deciderlo. Che ci siano controquerele è possibile, ma la mossa risulterebbe molto impopolare.