A cura di Fiat Lux
Capita che in battaglia si scelgano gli alleati male e che quindi poi si vada agli stracci molto in fretta. In politica capita quando, non avendo idee costruttive, ci si concentri solo sullo screditamento dell’avversario, e allora si stringono amicizie e alleanze sulla base di un unico valore: l’inimicizia. Capitò nella Seconda Guerra Mondiale, quando gli Alleati, strinsero un patto di guerra al Nazismo con la Russia, guidata a quel tempo da Stalin. Chi era più lontano dai valori ideali di libertà democrazia e giustizia degli Stati Uniti e dell’Inghilterra, se non la Russia e il suo sanguinario Despota. Eppure, grazie a questa singolare alleanza, il Nazismo è stato sconfitto, anche se dal giorno dopo, ognuno, a casa propria, cominciò a far guerra (fredda) all’altro. Insomma l’alleanza sulla base del nemico comune, non porta mai bene. Capita, in città, che un giovane militante venisse nominato, dai vertici politici di governo, Presidente di un Cda importante. Un posto di asso luto potere e prestigio, guadagnato grazie ai propri servigi fedeli al Partito, ma il nominato, ad un certo punto, si credette meritevole del potere, grazie alla propria persona e non più grazie al Partito, contro il quale si venne a trovare, ad un certo punto, in rotta di collisione. Offeso per lo scippo della sua carica, in favore di un più onesto servitore del Partito al governo della città, il defenestrato, gliela giurò e per anni assaporò, all’ombra delle cronache, il gusto della vendetta da compiere. Si profila, a un certo punto, un indebolimento della guida cittadina, e il Nostro, di cui sopra, riassapora con gusto l’ora della sua vendetta; si insinua, si fa portavoce del nuovo che avanza, e, in un’assise pubblica, parla lui stesso al posto del Candidato che, senza valore né idee, si sente sollevato dall’idea di evitare personalmente il giudizio del pubblico. Con un’invettiva senza eguali nella storia cittadina, incurante del pubblico, intervenuto per conoscere i programmi dei candidati, si scaglia contro tutti quelli che lo avevano messo a parte dalla scena pubblica. Nel disinteresse totale del pubblico, che tra una risatina e un fischio, è stato costretto ad ascoltare la sua personalissima arringa di difesa di fatti ormai andati in prescrizione, sputa bile e veleno a destra e a manca, con una caduta di stile difficile da rimediare. Riottiene però il proprio ruolo nel Cda di prestigio, ma la storia si ripete. L’alleanza non regge, sparito dalle scene il nemico comune, nulla tiene più insieme l’alleanza e così, l’errore di ritenersi valido per la propria persona e non per il nuovo Partito, lo conduce dritto a schiantarsi sotto i tacchi del potere. Ahimè che tristezza caro, sbagliare una volta sarebbe stato lecito, ma sbagliare la seconda nello stesso modo non ti fa certo onore. Speriamo di non dover più assistere pubblicamente al tuo livore stantio, dopo la futura defenestrata, or mai prossima a venire. Speriamo che i cavi elettrici del Comune reggano questa tensione altrimenti ci sarà un black out totale.