A cura di Simone Tabarini
La Lomellina è una terra di nebbia, silenzi e campagne infinite, dove il tempo sem bra essersi fermato. Tra Mede, Lomello e Sartirana, si tramanda da generazioni una leggenda misteriosa: quella dei tesori nascosti, sepolti da antichi popoli che hanno calpestato il nostro territorio e mai ritrovati. Durante le invasioni barbariche, si dice che signori e guerrieri, in fuga dai Longobardi, abbiano nascosto oro, argento e reliquie in cavità sotterranee, vicino ad abbazie, torri o sotto antichi oratori ad oggi scomparsi. Una delle storie più note parla di un tesoro vicino ai campi tra Mede e Frascarolo, dove un tempo sorgeva una chiesa oggi dimenticata e scomparsa. Una contadina raccontava che suo padre, una notte d’inverno, in cui vi era una fitta nebbia, vide strane luci muoversi tra le stoppie. Seguendo le, trovò una botola semi sommersa nel fango, ma una forza invisibile e innatu rale gli impedì di aprirla. Il giorno dopo, ogni traccia del presunto passaggio era sparita. Un’altra voce narra di un pozzo murato vicino a una cascina abbandonata: durante la Seconda Guerra Mondiale, un parroco vi avrebbe nascosto un antico baule con monete e pergamene. Chi ha tentato di calarsi, ha udito sussurri d’acqua in lingue sconosciute. Tutte queste storie hanno un elemento in comune: ogni volta che si cerca di riportare alla luce un tesoro, accade qualcosa. Attrezzi che si rompono, mappe che svaniscono, temporali improvvisi o presenze invisibi li nella notte. C’è chi crede che la terra stessa voglia proteggere i tesori, come se avesse memoria. Forse non si tratta solo di ricchezze materiali, ma di qualcosa di Scatti lomellini più profondo. E quando cammini vicino a una cascina diroccata o a un campo de serto… chiediti: e se fosse proprio lì?