A cura di don Cesare Silva
Nel 1817 entrambe le parrocchie passarono alla diocesi di Vigevano e, nel 1832, furono unite in una sola, con sede nella chiesa di San Gaudenzio e con il doppio titolo attuale. Da allora, la chiesa fu officiata solo saltuariamente e le pertinenze divennero, all’inizio del secolo scorso, sede dell’oratorio parrocchiale. I porticati su colonne e le cappelle della “Via Crucis”, che circondavano il cimitero medievale, sono purtroppo scomparsi.
Sant’Eusebio conserva un nucleo di opere d’arte di grandissimo pregio, scampate al degrado e all’incuria, che testimoniano una committenza di alto livello. La cantoria dell’organo e le ante della cassa conservano preziose tele di G.B. della Rovere, detto il Fiammenghino, e di Camillo Procaccini; al primo, o alla sua scuola, sono attribuiti anche gli affreschi della cappella del Suffragio. Le cappelle conservano raffinati stucchi settecenteschi in stile tardo barocco, oltre a tele di G.B. Tassinari (1613) e Bernardino Campi (1572). Altre opere pittoriche sono attribuibili ad autori delle scuole lombarda e piemontese della fine del XVI secolo, tra cui Camillo Zocchi.
È inoltre esposta una pregevole statua lignea della Madonna con portantina scolpita (fine XVII secolo), insieme a una raccolta di reliquiari dei secoli XVII e XVIII, provenienti dalla chiesa di San Gaudenzio. La chiesa è utilizzata, oltre che per le celebrazioni liturgiche, anche per apprezzate esposizioni sull’arte sacra lomellina. FINE ULTIMAPARTE