A cura di Fiat Lux
L’ondata di buonismo che ha travolto gli ambienti della sinistra italiana, ha preso una deriva preoccupante che supera la comprensione razionale degli eventi, che il povero cittadino si trova ogni giorno ad affrontare. Avendo la fortuna di vivere in un paese civilizzato e non nel terzo mondo, siamo tutelati da un insieme sistematico di leggi e costruzioni sociali che, se rispettate, garantiscono equità, dignità umana, salute e sicurezza. Il nostro sistema di diritto è frutto di una evoluzione storica che ha visto l’intreccio di tradizioni giuridiche romane, diffuse in tutta Europa, di diritto canonico, frutto del predominio culturale della Chiesa Cattolica, di statuti Comunali, del periodo delle Signorie, e di influenze moderne ed Europee che, dal periodo Napoleonico, si diffusero in tutta Europa, fino alla moderna Costituzione Italiana. Dunque il corpus iuris Italiano ha solide basi da cui poter governare lo sviluppo e il benessere della nazione e dei suoi cittadini, ma, a qualcuno questo non bensì anche gli arredi urbani: «Qualcuno ha buttato giù il cartello che indica la via – specificano Toso e Di Gregorio – e, da allora, non è più sta to rimesso. Non abbiamo nemmeno i numeri civici: più volte lo abbiamo fatto presente, ma non ci sono mai arrivati. Sappiamo che abitiamo al 7a, 7b, 9a, 9b, 9c e 9d, perché ci è stato detto quando ci siamo trasferiti qui». Amare le considerazioni di Antonio Virgilio: «All’inizio non potevamo nemmeno parcheggiare le auto, perché i rovi graffiavano le carrozzerie. Almeno dal lato della mia abitazione, provo a sistemare il marciapiede, ma non toccherebbe a me farlo. E poi manca l’illuminazione: c’è soltanto un lampione che illumina un tratto della via, ma girato l’angolo è il buio totale. Saranno un centinaio di metri, potrebbero aggiungerne un altro». Va bene, si parla in genere di poteri forti, sovranazionali. A qualcuno di questi poteri può interessare destabilizzare l’assetto societario di un Paese attraverso l’accettazione di fenomeni di illegalità diffusa che permeano ogni strato sociale del Paese e che, attraverso voci autorevoli di politici eteroguidati, vengono giustificati ad ogni piè sospinto. E così attraverso le politiche di buonismo imperante si cerca di imporre ai cittadini di tollerare ogni tipo di reato. Gli spacciatori, anche se facenti parti della mafia senegalese, sono poveri immigrati che hanno bisogno di mangiare, perché hanno diritto di stare nel nostro paese a sfregio di qualsiasi norma legittimante la loro presenza. Le borseggiatrici sono povere mamme che hanno bisogno di dare da mangiare ai loro numerosi figli, che, pur essendo bambini, rubano le macchine e uccidono le persone per strada. I ladri hanno diritto di rubare per mantenersi, non possono vivere di aria, poverini, tengono famiglia, e se subiscono danni durante il furto vanno anche risarciti dal derubato. Gli stupratori poi, c’è da capirli, sono sbandati a causa delle pecche del sistema d’accoglienza italiano, oppure se italiani, c’è di sicuro la complicità della vittima. Insomma, parliamoci chiaro, per certa sinistra, se delinqui sei un poverino da comprendere, se invece sei un cittadino onesto e rispetti le regole, sei un cattivone da punire e da flagellare sulla pubblica piazza, forse anche da appendere a testa in giù. E così un po’ di ragione i cittadini onesti la danno a quell’uomo che parla di mondo al contrario. Non c’è nulla di cui stupirsi, semmai da comprendere.