a cura di Alessandra Restelli e Maria Luisa Siviero
Questi oggetti caratteristici, che hanno guadagnato popolarità negli anni ’50, trovano le loro radici nelle tendenze che emersero già durante la Fiera Mondiale di New York nel 1939. Fu in quel contesto che il mondo cominciò a orientarsi verso tutto ciò che poteva essere definito moderno. In America, la plastica giunse a rappresentare un materiale rivoluzionario creando una nuova veste per oggetti tradizionali come la borsa da donna. Mentre in Italia, gli accessori femminili erano realizzati in pelle- simbolo di eleganza e tradizione – al contrario, quelle provenienti da Oltreoceano segnavano un forte contrasto. Seppur apparentemente nuove avevano illustri antenati risalenti agli anni ’20 e ’30, quando materiali come la bachelite (inventata nel 1907), le resine naturali e il corno decorativo venivano utilizzati per creare accessori innovativi. Alcune borsette sfoggiavano addirittura coperture placcate in oro o oggettini di plastica all’interno, creando un’illusione ottica affascinante. La scoperta della Catalina negli anni ’30 aprì nuovi orizzonti: pur essendo meno robusta e brillante della bachelite, permetteva una gamma di colori notevolmente più ampia, estendendo così le possibilità creative. La versatilità della plastica, unita alla sua capacità di essere lavorata in forme inedite, rese queste borse particolarmente attraenti per i consumatori. Tuttavia, il declino di questa moda iniziò negli anni ’60 ma i collezionisti continuano a ricercarle con fervore. Tra le donazioni ricevute, quella per mano dello stilista Andrea Pfister composta da esemplari di “borsette in plastica”, conservate in modo impeccabile, ricevute in regalo negli anni 70 e 80 da attrici e vip americane.