A cura di Simone Sajno – STUDIO SEA
A partire dal 2026, entrerà in vigore un sistema di vigilanza più strutturato per gli Enti del Terzo Settore (ETS), come previsto dal Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) e dal decreto del Ministero del Lavoro del 7 agosto 2025. L’obiettivo è garantire trasparenza, un uso corretto delle risorse e la protezione della funzione sociale che svolgono associazioni e fondazioni. I controlli si applicheranno a organizzazioni di volontariato (OdV), associazioni di promozione sociale (Aps), enti filantropici, reti associative e a tutti gli Ets iscritti al Registro Unico Nazionale (Runts). Tuttavia, le imprese sociali e le società di mutuo soccorso saranno escluse, poiché sono sotto la supervisione di altre autorità. Le verifiche saranno di due tipi:
• Ordinarie, che si svolgeranno ogni tre anni, per accertare la regolarità gestionale e statutaria. Ad esempio, si verificherà che un’associazione culturale abbia depositato i bilanci in modo corretto, che non distribuisca utili e che gestisca adeguatamente il registro dei volontari; oppure che un ente filantropico stia effettivamente svolgendo attività di interesse generale e non attività lucrative travestite.
• Straordinarie, che possono essere attivate in qualsiasi momento in caso di segnalazioni o anomalie. Un esempio tipico potrebbe essere l’avvio di un controllo dopo una denuncia riguardante fondi utilizzati per scopi diversi da quelli statutari, o se ci sono sospetti sull’impiego di volontari come lavoratori non dichiarati. E per le realtà più piccole?
• Per gli enti con entrate inferiori a 60.000 euro all’anno, sono previsti controlli semplificati, meno onerosi e focalizzati su alcuni aspetti fondamentali, come la corretta iscrizione al RUNTS, la redazione regolare dei bilanci e il rispetto del divieto di distribuzione degli utili. Questa misura è pensata per non gravare sulle piccole realtà, spesso basate sul volontariato e con risorse limitate. I possibili esiti possono variare dall’assenza di rilievi, con il rilascio di un’attestazione pubblicata sul RUNTS, fino a misure più severe come diffide, commissariamenti o addirittura cancellazioni dall’albo in caso di gravi violazioni. I controlli saranno gestiti dagli uffici del RUNTS o da enti autorizzati, come le Reti Associative Nazionali e i Centri di Servizio per il Volontariato. Gli incaricati dovranno avere requisiti specifici, come corsi di formazione o esperienza nel settore. Per supportare le attività ispettive, lo Stato fornirà contributi proporzionati agli enti controllati: da 50 euro per i più piccoli fino a 500 euro per quelli con entrate superiori al milione di euro.