Senza misure certe e veloci la nostra economia crollerà

C’è bisogno di interventi concreti e soprattutto in tempi celeri
«Stiamo perdendo competitività. A settembre potrebbe essere tardi»

Meno conferenze stampa, più soluzioni concrete e soprattutto rapide. Perché l’allarme delle associazioni di categoria del territorio è chiaro: se non ci si dà una mossa, l’intero sistema rischia di crollare. «C’è bisogno di azioni celeri – interviene Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Lomellina – devo ammettere di essere molto critico rispetto all’iniziativa degli “Stati generali” del governo: se in linea di principio possono essere un metodo di lavoro condivisibile, li trovo sovradimensionati rispetto alle esigenze delle imprese, che hanno bisogno di interventi veloci. Il governo afferma di star studiando un piano di rilancio per settembre, ma io temo che forse a settembre il piano potrà esserci, ma di rianimazione… Qui non c’è lavoro, è tutto fermo a partire dai consumi. Di conseguenza si blocca la filiera. E se viene a mancare anche l’export, che in questi anni ha sostenuto gli artigiani, il quadro è preoccupante. Servono interventi chiari, sull’onda di quanto fatto dalla Germania non più tardi di 15 giorni fa, con un piano di intervento con 5 misure condensate in 15 pagine e 155 miliardi utilizzabili dal giorno successivo. Noi invece stiamo ancora aspettando che il parlamento converta in legge il decreto di aprile, poi divenuto tra l’altro di maggio». Il rischio, inoltre, è che cresca in maniera rilevante la disoccupazione, come analizza Roberto Gallonetto, segretario della stessa Confartigianato: «In alcuni casi i lavoratori stanno ancora aspettando gli ammortizzatori sociali relativi a marzo. C’è bisogno di una visione di orizzonte per poter garantire che non avvenga ciò che noi temiamo: se da un lato gli ammortizzatori sociali non arrivano velocemente e non hanno una dimensione economica adeguata, e dall’altro le prospettive di ripresa non mutano, ci saranno grandi problemi». Così quindi Edoardo Rossi, numero uno di AsCom Mortara: «Le previsioni, ad oggi, non sono positive. In questo frangente un po’ tutti sono ripartiti, e un minimo di recupero del lavoro c’è, con alcune realtà che sono anche riuscite ad attutire il colpo. Il problema è che si è perso competitività, e per quanto riguarda il commercio al dettaglio c’è il grosso rischio, con le tasche che si stanno impoverendo, di vivere un settembre-ottobre molto difficoltoso. Occorrono misure concrete e veloci». Parola a Renato Scarano, alla guida di AsCom Vigevano: «A livello locale e provinciale ci stiamo muovendo, oggi (mercoledì) avremo una riunione presso la Fondazione della Banca del Monte per l’istituzione di gruppi di lavoro relativi a un’analisi delle prime linee di intervento. Un tavolo voluto dalla Camera di Commercio. Non mancano quindi alcune misure a livello di singoli comuni. Occorre monitorare tutti i dati economici, per comprendere come agire, e servono valutazioni attente per avere un quadro reale». Infine Maria Vittoria Brustia, presidente dell’area Lomellina di Assolombarda Pavia: «In Lomellina, come in tutta la provincia, la risalita risulta fragile e difficile. Certo non compromessa, ma la situazione di partenza pre-Covid era già allarmante per il nostro territorio. In Lomellina a soffrire in maniera forte è il comparto meccano calzaturiero. Il numero delle richieste di intervento della cassa integrazione, nelle nostre aziende, è ancora alto. Ricordiamolo, la misura di sostegno è stata anticipata in vasta misura dalle aziende che, tra i gravi ritardi e le procedure annunciate a sostegno di liquidità e lavoro, molto spesso non hanno ancora visto un euro. Ma non possono mancare spiragli e cenni di ottimismo. La principale fiera del settore, il Micam, si terrà, quindi sarà possibile avere una prospettiva più chiara del mercato». (e.d.m.)

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