VIGEVANO – Pura cultura nel ridotto del Cagnoni tra i grandi successi classici, questa sera, 31 ottobre alle 21,30. Diapason Consortium, rinnova la proposta di un concerto di musica classica e arie d’opera dedicato ai demoni, ai fantasmi e alle streghe. Protagoniste incontrastate della prima parte del programma sono le figure stregonesche. Due pagine verdiane aprono la serata: “Stride la vampa” da Il trovatore (1853) e “Re dell’abisso, affrettati” da Un ballo in maschera (1858). Nel primo brano Azucena, la zingara tormentata dal ricordo del rogo materno, percepisce il crepitio delle fiamme come un grido crudele, mentre la folla assiste al supplizio con inquieta esaltazione. Nel secondo, la veggente Ulrica chiama le potenze infernali e mostra la propria capacità di leggere il destino umano, quasi sovrana del buio. Entrambe le arie saranno affidate al mezzosoprano Giorgia Gazzola. La figura demoniaca prende poi corpo nel Mefistofele di Arrigo Boito. Il basso Gabriele Bolletta interpreterà “Sono lo spirito che nega”, celebre per il fischio evocatore che richiama le schiere infernali. Dalla stessa opera proviene il drammatico duetto tra Faust e il Diavolo “Se tu mi doni un’ora di riposo”, con i ruoli di Faust e Mefistofele rispettivamente nelle voci di Danilo Formaggia e dello stesso Bolletta.Il tema del male ritorna nell’aria “Quell’uom dal fiero aspetto” da Fra Diavolo di Auber, dove un brigante leggendario incute terrore al solo apparire. Formaggia proseguirà poi con uno dei vertici del Lied romantico: “Erlkönig” di Schubert, corsa disperata di un padre che cerca di strappare il figlio alla morte. Il repertorio pianistico apre una nuova prospettiva sul soprannaturale con Antonio Bologna nella “Danse de Puck” di Debussy, dedicata allo spirito birichino del teatro shakespeariano. Seguiranno da Quadri di un’esposizione di Musorgskij: la discesa negli abissi di “Catacombe”, la sospensione mistica di “Cum mortuis in lingua mortua”, la furia notturna della strega “Baba Yaga” e il trionfo luminoso de “La grande porta di Kiev”, simbolo di una ritrovata fede. Gli stregoni entrano poi in scena con L’apprenti sorcier di Dukas, nella versione per pianoforte a quattro mani eseguita da Federica Casella e Antonio Bologna. Chiude un estratto da Nosferatu il vampiro di Murnau.
 





