MORTARA E DINTORNI NELLA STORIA – “Arbogna” le origini di un nome ricco di significato

a cura di Simone Tabarini

Il nome Arbogna, oggi legato al torrente che attraversa la Lomellina prima di unirsi all’Agogna, affonda le sue radici in epoche molto più antiche della pianura padana. Come accade per molti corsi d’acqua, anche questo idronimo ha conservato una forma arcaica, sopravvissuta a secoli di trasformazioni linguistiche e a popolazioni diverse che si sono succedute nel territorio. Gli studiosi lo considerano un nome pre-romano, appartenente a quel patrimonio di termini che resistono quasi immutati per millenni. Tra le ipotesi principali, la prima richiama una possibile origine celtica. Radici come arb- o arv- ricorrono in diverse aree insubriche e sono associate all’idea generica dell’“acqua che scorre”. Non si tratta di vocaboli precisi, ma di antiche designazioni utilizzate per identificare corsi d’acqua, spesso sinuosi e variabili nel tempo. L’Arbogna, con il suo andamento si inserirebbe bene in questa tradizione linguistica. La seconda ipotesi guarda invece a un sostrato ligure o addirittura pre-indoeuropeo, quindi anteriore ai Celti. In questo scenario il nome si collegherebbe alla famiglia dei toponimi in -ogna / -ogno, frequenti nell’arco alpino e nella pianura occidentale. Questi nomi potrebbero derivare da antiche parole che indicavano semplicemente l’acqua, il fiume o un luogo umido. Pur mancando una conferma definitiva, entrambe le interpretazioni mostrano come il nome Arbogna rappresenti un frammento di memoria preistorica, rimasto vivo nella geografia della regione. Oggi il torrente continua a scorrere attraverso campagne, cascine e distese di risaie, portando con sé un’eco remotissima della storia del territorio, un’eredità linguistica che nessun documento ha registrato ma che l’acqua ha custodito per secoli.

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