Bruno Pigorini da ormai dieci anni si diletta nella realizzazione
di miniature di alcuni dei più famosi edifici della nostra città
C’è da rimanere davvero affascinati quando ci si imbatte nelle perfette riproduzioni di alcuni luoghi storici mortaresi realizzate da Bruno Pigorini. E pensare, come ammette senza problemi il 78enne, «che non sono certo un esperto. La mia vera passione è l’orto – sorride – ma questo è un hobby a tutti gli effetti». Che nasce, per essere più precisi, dieci anni fa: «A causa di un problema di salute mi trovai nelle condizioni di non poter più svolgere determinati lavori, e mia moglie mi avvicinò a questo passatempo. Incrociai in occasione di un paio di sagre locali una persona che aveva un banchetto con questi prodotti, e decisi alla fine di accettare la sfida. Non avevo alcuna esperienza in questo ambito, quindi mi ci sono buttato senza sapere cosa sarebbe venuto fuori». Primo obiettivo, subito particolarmente ambizioso: ridare vita, seppur in forma ridotta, alla vechia stazione cittadina. Ne è uscita una riproduzione davvero perfetta, lunga circa un metro e mezzo e densa di particolari. Sì, perché Pigorini non si limita a plasmare la parte esterna degli edifici, ma realizza anche tutti i dettagli: «Ho creato 1.500 tegole, una a una, poi con il rame ho prodotto i canali, illuminando anche l’interno con lampade a 12 volt». Non mancano un orologio perfettamente funzionante, le porte, le finestre. Sia all’esterno che all’interno, insomma, sembra davvero di tornare indietro nel tempo e di imbattersi in quella stazione rimasta nel cuore di tantissimi mortaresi e non solo. Un modello del genere consente a chi ha qualche anno in più di viaggiare con la memoria, ma permette anche ai giovani di scoprire un qualcosa che oggi di fatto non c’è più. «Ho lavorato 36 anni nelle Ferrovie – aggiunge Bruno Pigorini – quindi in questo settore ho qualche conoscenza. Ho infatti anche realizzato un segnale ferroviario di seconda categoria, che oggi non è più in giro e che aveva un’illuminazione a petrolio». La vecchia stazione è stato solamente il primo di una serie di splendidi lavori: «Sono poi nati Sant’Albino, San Lorenzo e Villa Gallo, che si trovava in corso Garibaldi e che oggi non c’è più. In quest’ultimo caso ho utilizzato una base di circa 70×70 centimetri. Ora sto provando, sempre a tempo perso, a cimentarmi con la Madonna del Campo». Un lavoro minuzioso e frutto di una grande osservazione, con particolari bellissimi e certo frutto di una grande manualità, oltre che della giusta dose di creatività. Si può affermare, senza timore di essere smentiti, che queste non sono opere realizzabili da chiunque: «Sono partito dalle fotografie in mio possesso, mentre nel caso ad esempio delle chiese mi reco sul posto per realizzare alcuni scatti che mi servono per riprodurre il tutto». Nel corso degli anni i modellini sono stati anche esposti a Mortara, e non sono assolutamente passati inosservati: «Sì – conferma il signor Bruno – mi è capitato di prestarli in occasione di particolari avvenimenti». Ma quanto ci vuole per realizzare modellini del genere? «Onestamente non ho mai curato i tempi – conclude Pigorini – mi è capitato di lavorarci su un’ora in un determinato giorno, mezz’ora in quello successivo. Vivo tutto questo come un vero passatempo, e quindi lo gestisco senza pormi paletti o limiti. L’importante, in fondo, è avere la mente occupata».