Banchini, l’unico tecnico lomellino tra i professionisti: sogna la serie B

Classe 1980, ha portato il Como in serie C nel 2018 e sfiorato l’accesso ai playoff lo scorso anno: «Sono ancora legato alla mia città: lì ho iniziato a capire cosa vuol dire allenare»

Da Vigevano ha girato il mondo ed è tornato in Italia con l’obiettivo di riportare una piazza storica come Como nel calcio che conta. Inoltre detiene anche il primato (tutt’oggi ancora imbattuto) di essere l’unico vigevanese ad allenare tra i professionisti. Roba non da tutti, insomma. Marco Banchini, classe 1980, da due stagioni tecnico dei lariani che nel 2019 ha riportato in serie C, stravincendo il campionato con il record 89 punti, si sta ora godendo le vacanze in attesa di tornare al lavoro per la prossima stagione. «Lo scorso anno, da neopromossi, abbiamo fatto delle cose importanti raggiungendo agevolmente la salvezza, che era il nostro primo obiettivo – ha detto – poi l’emergenza Covid-19 ha interrotto il campionato sul più bello: avevamo fatto un punto nelle ultime due partite e siamo scivolati appena fuori dalla zona playoff». La Federazione ha quindi deciso per applicare l’algoritmo per le partite non ancora disputate, ovvero il metodo matematico introdotto per stilare la classifica finale sulla base della proiezione dei punti che sarebbero stati conquistati da ogni squadra, tenendo conto del rendimento fin lì ottenuto. Una scelta che ha quindi escluso il Como dalla griglia playoff. «Poco male – va avanti Banchini – vorrà dire che ci riproveremo il prossimo anno, contando su un anno di esperienza in più con questo gruppo fantastico che mi segue alla lettera. Il mio sogno a breve termine è quello di portare questa piazza laddove si trovava un tempo, ovvero in serie B e (chissà) anche qualcosa in più. Quando nel 2018 sono stato chiamato da questo club, nonostante avessi già avuto esperienze importanti in Italia e all’estero, non ho esitato per un secondo: quando ti chiama il Como, l’unica cosa che si deve fare è andare. E ad oggi posso dire di aver fatto la scelta giusta». L’occasione, con il campionato ancora fermo, è utile anche per ripensare al proprio percorso da allenatore, partito già a 25 anni. «Ho anche avuto una collaborazione con la formazione Berretti del Milan – prosegue mister Banchini – e questo mi ha permesso di arricchire il mio bagaglio di competenze e conoscenze. Certo, ancora oggi ripenso al fatto che avrei potuto avere una carriera diversa da giocatore: ricordo ancora il mio esordio in un Corsico-Vigevano, stagione 1996-97. Poi ci sono stati gli infortuni che mi hanno portato alla decisione di smettere e iniziare ad allenare, dapprima nel settore giovanile e poi in prima squadra. Nel 2011-12 ho avuto modo di traghettare la squadra al settimo posto in classifica e per me è stato un primo assaggio di cosa vuol dire allenare i “grandi”. Conservo ancora ricordi piacevoli della mia città: due anni fa, a inizio stagione, in virtù di un’amicizia che mi lega al presidente Gianni Speciale che mi ha lanciato in prima squadra, con il mio Como ho voluto organizzare un’amichevole contro il Vigevano. A fine anno ha portato bene, visto che siamo stati promossi in serie C».

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