Sempre più poveri alla mensa della Caritas

Nel primo semestre dell’anno una media di 100 pasti al giorno
La pandemia ha influito, e la situazione è in continua evoluzione

La povertà aumenta e lo si rileva dai dati dei pasti distribuiti dalla Mensa dei poveri curata dalla Caritas. Il numero medio giornaliero di persone passa da 60-65 dei primi due mesi dell’anno, a quota 100 con un incremento del 30% rispetto al totale fatto registrare nel primo semestre 2019. Il dato è ancor più preoccupante se si guardano i numeri del secondo trimestre di quest’anno, cioè quello dello stato di pandemia intensa. «Il numero dei nostri assistiti a gennaio e febbraio era stabile – esordisce don Felice Locatelli, coordinatore della Mensa – erano 60 a gennaio e 64 a febbraio. Con marzo e la piena pandemia, il numero ha iniziato a salire, passando a 68 e arrivando a 100 persone ad aprile, in pieno lockdown. Poi questa quota, praticamente, si è mantenuta. E siamo consci che la situazione sarà in continua evoluzione». In effetti a maggio il numero giornaliero di persone aiutate passa, con le prime aperture delle attività, a 94, per risalire ancora a 102 a giugno. Nel primo semestre del 2020 sono stati distribuiti 13.664 pasti, contro i 10.691 dello stesso periodo del 2019, con un incremento del 30%. Già da tempo non è possibile consumare il pranzo direttamente nei locali della Mensa. È stata attivata la consegna di borse alimentari. Tutti aspettano fuori, ordinatamente, viene messa la borsa con dentro gli alimenti per pranzo e cena su un tavolino. Uno alla volta entrano nel cortile, prelevano la borsa e vanno. Questo sistema riduce al minimo i contatti e i rischi connessi al virus. Lo scorso anno è stata superata quota 22mila pasti consegnati. Il tutto a beneficio, nel 2019, di 827 persone. Un dato che fa impressione considerando che nel 2018 furono distribuiti poco più di 18mila pasti. Guardando ora il primo bilancio semestrale 2020 a 13.664 pasti, con una situazione in continua evoluzione, la previsione per il 2020 è di avvicinarsi a quota 30mila. «Il numero di volontari presenti – prosegue don Felice – è passato da tre a sei, questo anche per i maggiori numeri che registriamo. In questo periodo ci hanno donato cibo che è stato utilissimo per far fronte alle richieste. Ora che la situazione sanitaria è più calma, abbiamo ripreso le attività di ascolto, al mercoledì pomeriggio, in cortile. Questo ci permette di conoscere meglio le esigenze dei nostri assistiti. Ringrazio i volontari e chi ci aiuta».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *