Sequestri di beni e ville di lusso in Lomellina

Accertamenti di natura bancaria e finanziaria hanno portato al sequestro in corso oggi, mercoledì 29 luglio, da parte del Centro operativo DIA Direzione Investigativa Antimafia di Milano e della Guardia di Finanza di Pavia e di Vigevano di due ville con piscina situate nel comune di Gambolò (PV) e alcuni magazzini presenti a Vigevano (PV), per un controvalore di 1.200.000 euro, riconducibili a Giovanni Bosco, 64 anni, residente a Gambolò, già condannato in via definitiva per episodi di bancarotta fraudolenta e reati fiscali. L’operazione è il frutto di una sinergia investigativa sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria pavese. Nel frattempo, coordinate dalla Procura di Milano indagini parallele si sono concentrate sulla ricostruzione degli ingenti proventi illeciti accumulati da Angelo Feratti, 64, pure residente a Gambolò e cognato di Bosco, in seguito alla commissione, negli anni 2000, di numerosi reati (traffico internazionale di stupefacenti, armi, rapine e bancarotta fraudolenta) in relazione ai quali è già intervenuta una sentenza definitiva di condanna. Grazie all’esecuzione di complessi accertamenti, anche di natura bancaria, il Centro Operativo DIA di Milano e la Guardia di Finanza di Pavia hanno dimostrato come quei capitali illeciti siano stati reinvestiti nell’acquisto di immobili di ingente valore, in alcuni casi sottoposti anche ad imponenti lavori di ristrutturazione ed ampliamento. All’esito complessivo delle indagini, il Tribunale di Milano ha disposto il sequestro di due ville di pregio situate nei comuni di Gambolò (PV) e Vigevano (PV), un immobile industriale, un box e diversi terreni agricoli siti in Lomellina, il tutto per un valore complessivo di 1.800.000 euro.
Nel frattempo, sempre oggi, la DIA e la Guardia di Finanza di Pavia hanno confiscato due immobili per complessivi 600.000 euro nei confronti di Mariano Randazzo, storica figura di spicco della criminalità lombarda, coinvolto nei processi contro la malavita milanese assieme ad Angelo Epaminonda, detto il Tebano, criminale e collaboratore di giustizia attivo negli anni Settanta e Ottanta. A suo carico ben 25 condanne definitive per minaccia e porto abusivo di armi, furto, sfruttamento della prostituzione, traffico di sostanze stupefacenti e ricettazione. 
I militari della Guardia di Finanza avevano infatti sequestrato, nel giugno 2019, i predetti immobili in applicazione del Codice Antimafia, dopo aver accertato la sproporzione tra i redditi dichiarati al Fisco da parte dell’ottantenne pensionato, di origini siciliane e da anni residente nell’Oltrepò pavese, e quanto realmente accumulato in seguito alle attività criminali perpetrate per quasi cinquant’anni.

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