Tanti temono altre restrizioni: «Il Paese finirebbe a gambe all’aria: occorre prestare attenzione e seguire le regole»
L’allerta Covid-19 aleggia ancora tra i mortaresi. Ma per il momento pochi credono a un nuovo lockdown. Sono state queste in estrema sintesi le due parole simbolo di questo 2020 segnato dallo scoppio della pandemia globale. Che certo ha segnato gli animi della gente, anche nei piccoli gesti quotidiani, tra norme di distanziamento sociale e regole di sicurezza da rispettare. Il timore della diffusione dell’infezione rimane presente, anche per effetto delle cronache quotidiane che registra un trend dei contagi al rialzo. Non sono pochi coloro che temono altre restrizioni, in concomitanza con il periodo autunnale e l’arrivo dell’influenza che potrebbe registrare (nella malaugurata ipotesi) un’impennata di nuovi casi. Quasi nessuno però crede a un’altra chiusura totale, soprattutto per gli effetti disastrosi che avrebbe sulla già fragile economia italiana. «Finché non si troverà un vaccino, non ne usciremo mai fuori – così esordisce Rosario Di Lorenzo, 66 anni, pensionato – detto questo, personalmente non ho paura di un nuovo lockdown, ma è altrettanto vero che noi italiani non siamo abituati a rispettare delle regole e questo non è sicuramente di buon auspicio. Basti vedere quello che è successo nel momento in cui hanno riaperto discoteche e locali notturni». Ne conviene Filo Montalbetti, di quattro anni più giovane: «Purtroppo non è stata ancora detta l’ultima parola – afferma l’uomo – questo virus ha dimostrato di essere imprevedibile e maligno. Però ritengo che un altro lockdown non convenga a nessuno: se dovesse succedere, l’economia ne risulterebbe affossata una volta per tutte. Però serve fare molta attenzione». Così la pensa invece la 56enne Carmen Ceresa, di professione fiorista: «Rispetto a sei mesi fa, adesso siamo più preparati al pericolo – sottolinea – però non va abbassata la guardia. La riapertura delle scuole è un’incognita: senza regole certe e condivise da tutti gli istituti, di ogni ordine e grado, il contagio rischia di diffondersi a macchia d’olio». Dello stesso avviso Roberto Corradi, 63 anni, fruttivendolo: «Le notizie non sono incoraggianti – dichiara – e i pericoli ci sono ancora: anche un mercato, se vogliamo, è un assembramento e non si è tutelati di più. Ma credo che non ci saranno altre restrizioni: per l’economia sarebbe un danno irreparabile». Gli anziani sono giocoforza più preoccupati per le ricadute sulla propria salute. «Se manca quella, anche l’economia risulterebbe compromessa – ne è convinto il 77enne Elia Garbelli, pensionato – soprattutto chi ha un’età avanzata come il sottoscritto ha timore di ciò che potrebbe succedere, dato il rialzo dei contagi e l’arrivo dei primi freddi. A mio avviso sono in tanti che ancora stanno sottovalutando il pericolo che il Covid possa tornare». Taglia corto Eugenio Rinaldi, 85 anni: «Il virus continua a essere presente nelle nostre vite – chiosa – e a maggior ragione, visto quanto è successo, bisogna prestare maggiore cautela». Questa quindi la disamina del 74enne Carlo Bonfanti, pensionato: «Le incognite sono tante – le sue dichiarazioni – ma credo che si farà l’impossibile per non chiudere tutto nuovamente. Se questo dovesse succedere, non servirebbero più a nulla neanche tutte le misure di sostegno al reddito entrate in vigore in questi mesi. Se sono preoccupato? Moderatamente». E ancora: «C’è incertezza – interviene Mario Boari, in pensione – data anche dal fatto che i Paesi europei a noi più vicini, come Francia e Spagna, stanno registrando un trend dei contagi al rialzo. La speranza è che il governo sappia adesso reagire prontamente all’emergenza, come non è avvenuto in precedenza. Altrimenti saremmo destinati a chiudere bottega». Speculare il ragionamento di Marco Tulipani, 72 anni, artista: «Credo che in giro ci sia un timore controllato – dice la sua – purtroppo le disposizioni non sono chiare e non tutti seguono le regole allo stesso modo, mettendo in pericolo la salute di giovani e anziani allo stesso tempo. Molti hanno inteso la fine del lockdown come una sorta di “liberi tutti” ma è stato un errore». Chiude il cerchio il 61enne Pierangelo Pirola, agente immobiliare: «Parlando anche con i clienti, la paura c’è ancora inevitabilmente, soprattutto per i risvolti che ci potrebbero essere in ambito lavorativo – sostiene – ma bisogna ormai conviverci. Adesso abbiamo quantomeno le istruzioni per fronteggiare il pericolo, ma non per questo è possibile essere meno cauti».