Margie Santimaria, la figlia d’arte che domina nel triathlon nazionale

L’ex Fiamme Oro si è classificata terza agli ultimi Campionati italiani: «In famiglia  si è sempre parlato di ciclismo ma ho seguito la mia strada e sono stata ripagata»

“Buon sangue non mente”. Un proverbio che rimane quantomai di attualità, se parliamo di Margie Santimaria, triatleta azzurra, 31 anni, figlia di Sergio Santimaria, già ciclista professionista negli anni Ottanta e vincitore di due tappe al Giro d’Italia (di cui parliamo approfonditamente al fianco). Un’illustre figlia d’arte, dunque, che dal padre ha preso inizialmente l’amore per la bicicletta ma al tempo stesso ha sperimentato altri sport, trovando alla fine la propria strada. Quella del triathlon, disciplina nella quale due settimane fa si è classificata al terzo posto nei Campionati italiani di triathlon medio, che si sono svolti a Borgo Egnazia (Brindisi), competizione alla quale si presentava da campionessa in carica. Nel curriculum dell’atleta originaria di Vigevano (ora residente a Cilavegna), facente parte del PPR Team di Torino, la partecipazione ai campionati europei giovanili di Copenaghen nel 2007, la vittoria del titolo italiano nella categoria Under 23 nel 2010. A seguire l’ingresso nel Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato e l’inizio di una carriera che l’ha portata a farsi conoscere in ambito locale e non solo. «Nella mia famiglia si parla di ciclismo da quando sono nata – racconta Margie – ed è naturale che inizialmente mi sia avvicinata alla bicicletta. Tuttavia mi preme sottolineare come mio padre non mi ha mai forzato nelle scelte, le ha assecondate e lasciata libera di decidere con la mia testa. Fino a 16 anni ho praticato nuoto a livello agonistico, poi ho iniziato con il triathlon: mi piace anche la corsa e in generale gli sport di endurance, dove si fa molta fatica. La prima svolta è stata quando ho vinto il concorso per entrare nelle Fiamme Oro perché da lì ho iniziato a gareggiare in giro per il mondo rappresentando anche la Nazionale italiana giovanile». La vita l’ha poi portata ad affrontare altre sfide, sempre con la stessa energia. «Non sono molto veloce però ho molta resistenza – va avanti la Santimaria – e questo mi ha permesso di specializzarmi successivamente nella categoria dell’Ironman 70.3. La pandemia ha condizionato anche la nostra categoria: nell’ultima stagione sono state tante le gare annullate, in più ci si è messo di mezzo un infortunio al ginocchio che mi ha impedito di correre per due mesi. Di mezzo c’erano i Campionati italiani, a cui ho voluto comunque partecipare, nonostante una condizione fisica non perfetta. Questo perché, dopo essere rimasta ferma, avevo voglia di tornare a gareggiare e non volevo lasciarmi sfuggire l’occasione. Devo dire che non mi è andata male: ho chiuso nel tempo di 4h 33’ 58”. La stagione europea adesso è terminata – conclude l’atleta lomellina – per cui per quanto riguarda le gare, Covid permettendo, se ne riparlerà nella prossima primavera. Nel frattempo continuerò ad allenarmi per farmi trovare pronta alla prossima sfida: il meglio deve ancora arrivare». 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *