«La didattica a distanza in realtà ci ha resi più vicini»

Sabato il confronto moderato da Antonella Ferrara del Civico.17

«Gli sforzi di questi mesi hanno rinsaldato la nostra comunità»

Difficile, francamente, ricordare un punto della situazione sul mondo scolastico più vasto di questo: tre dirigenti, cinque alunni, nove insegnanti. È grazie a loro, moderati da Antonella Ferrara del Civico.17, che è stato possibile fare il punto della situazione sulle nuove dinamiche in corso, legate in particolare alla didattica a distanza. Sabato scorso sulla pagina Facebook dell’Omodeo è stata infatti trasmessa la diretta dell’incontro “Dall’ardesia allo schermo touch”. È stata proprio Antonella Ferrara a spiegare meglio il nome di questo appuntamento: «Abbiamo voluto dare questo titolo partendo da due materiali completamente diversi. L’ardesia sembra ormai uno strumento preistorico, mentre lo schermo touch è qualcosa di indefinibile e ridotto a livello di dimensioni. Vogliamo puntare l’attenzione sulla qualità del contenuto scuola, sull’impegno e sullo sforzo da parte di alunni e insegnanti». Dopo aver presentato le dirigenti, la parola è passata alla nuova preside del Pollini, Michela Canfora. «Ho preso servizio da pochissimo tempo per cui molte conoscenze della realtà ancora non mi appartengono, ma posso dire che la didattica a distanza è un’accelerazione dell’evoluzione digitale, è la possibilità di proseguire la programmazione scolastica e di far mantenere un’organizzazione giornaliera agli studenti e in più ha permesso di dimostrare che la scuola non è soltanto l’edificio o l’aula». Così si è espressa Piera Varese, dirigente dell’Istituto Comprensivo: «Il diritto all’istruzione è un diritto fondamentale. Scuole di tutti i livelli si sono trovate davanti a compiti inattesi e anche in situazioni differenti, ma tutte hanno raccolto questa sfida e in poco tempo sono passate dall’improvvisazione all’organizzazione e alla gestione della didattica in quella situazione difficile. È stata un’occasione in cui le competenze digitali di genitori, alunni e docenti hanno fatto un passo avanti. La scuola si è fatta carico di un grosso senso di responsabilità verso i ragazzi e ha voluto essere presente e vicina alla vita quotidiana di tutti. Ne è emerso un grande lavoro collaborativo e pur essendo lontani siamo riusciti a creare una comunità educante operativa». Veronica Arlenghi, insegnante di strumento all’istituto comprensivo, ha quindi aggiunto: «Verrò mai sostituita da pacchetti di videolezioni? I miei ragazzi avranno ancora bisogno di me? Me lo sono chiesta più volte, ma suonare uno strumento vuol dire anche giocare la musica se si fa riferimento al verbo “to play” in inglese. Devo ringraziare questo 2020 per aver risposto alle mie domande. Ho cercato di riflettere con i miei ragazzi, ma ciò che i miei alunni hanno detto è che un percorso online per imparare a suonare uno strumento può aiutarti, ma non sarà un percorso completo. Tutti hanno sottolineato la mancanza di un legame affettivo che si crea tra allievo e maestro e tra allievo e compagni di classe». Anna Dall’Aglio, studente del liceo Omodeo, ha poi evidenziato: «La didattica a distanza è iniziata con una situazione d’emergenza. Il lockdown ci ha presi alla sprovvista ed esserci trovati in questa situazione durante l’era digitale è stata sicuramente una cosa positiva. Abbiamo potuto continuare con le lezioni. L’ambito della comunicazione si è sviluppato e abbiamo a disposizione materiale scolastico che non può essere perso. A concludere il discorso è stata Stefania Pigorini, preside dell’Omodeo: «Ci vogliono tanta resilienza, tanto spirito di adattamento e creatività. Abbiamo messo in campo risorse ed energie che forse non pensavamo d’avere e sono sicura che ce ne siano altre rimaste nascoste altrettanto significative. La didattica della distanza è diventata la didattica della vicinanza». E questo è un elemento da non sottovalutare.

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