Centro anziani senza regole e situazione fuori controllo

Una volta c’erano il centro anziani “Lea Longa” e un’altra associazione parrocchiale che si chiamava “Stuma Insema” poi è stato creato (era una delle idee dell’ex assessore Elio Pecchenino) un locale che potesse ospitare tutti gli anziani della città, indipendentemente dalle associazioni e dalla targa. Ed ecco che si sono aperti i locali di palazzo Cambieri, dove attualmente giocano a carte tutti i pomeriggi una ventina di persone. C’è un angolo con i distributori automatici di merendine, che vengono rifornite da una ditta. Ci sono i servizi da cui sparisce periodicamente la carta igienica (lo dicono loro stessi) e spesso si trova rotto il dispenser del sapone. Una sala computer praticamente inutilizzata, dove i computer sono spariti da tempo perchè molti pezzi sono stati rubati. Il centro anziani di palazzo Cambieri oggi è praticamente fuori controllo. Gli stessi che lo frequentano dicono: «Qui non c’è nessun responsabile». Poi continuano a giocare e carte.

In effetti qualcuno di responsabile c’era, Pier Luigi Nicola, ideatore del gruppo anziani della Lea Longa”. che nell’autunno del 2011 si era fuso con il gruppo “Stuma Insema”. Le due entità per un certo periodo di tempo hanno funzionato. In quell’epoca, però, il sindaco di Mortara Roberto Robecchi e la sua giunta investirono più di 80 mila euro per la messa a norma dei locali di palazzo Cambieri: lo scivolo di accesso esterno, l’eliminazione di alcune barriere architettoniche all’interno e la realizzazione di due servizi igienici, uno al piano terra e un’altro al piano superiore, dove ci sono un’altra saletta e un’altra stanza. Nei primi tempi di apertura del centro si era pensato a una palestrina. «Oggi nella sala superiore al massimo ci andiamo quando qui non c’è posto per un’altro tavolo di carte» specificano sempre gli avventori. Il centro anziani è stato pensato con accesso tramite una tessera di entrata, che viene rilasciata dalla polizia locale. Il sindaco Marco Facchinotti conosce il problema e sa che si dovrebbe intervenire: «Dobbiamo farlo assieme a loro. Così effettivamente non c’è nessuna regola e non va bene che dei locali comunali così importanti e prestigiosi siano così poco sfruttati». Fino a quando c’erano gli uffici dei servizi sociali a Palazzo Cambieri quel posto aveva comunque un minimo di controllo da parte degli stessi impiegati comunali. Oggi, invece non ci sono neppure più quelli, visto che lo scorso anno gli uffici sono stati accorpati al palazzo municipale. L’assessore Paola Baldin commenta: «Dobbiamo rivitalizzare questo centro, sono d’accordo. Serve un animatore, che potrebbe essere anche un addetto che ci viene concesso con i Puc (Progetti utili alla collettività) dai piani di zona. La situazione è sotto controllo, sappiamo di dover intervenire, ma non vogliamo certo chiudere il centro. Solo offrire nuova vita e nuova attività ad un notevole gruppo di persone che lo frequenta». Inoltre c’è un problema di spazi. La giunta, dopo il trasferimento dei vigili del fuoco, dovrà chiudere definitivamente il palazzo di via Roma e le associazioni presenti, compresa l’Associazione Carabinieri in Congedo, dovrà trovare un nuovo posto e potrà essere solo a Palazzo Cambieri.

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