Lo percepiscono in 98, di questi solo 20 idonei per svolgere lavori socialmente utili nel Comune. Bologna: «Si partirà all’inizio del 2021»
Gambolò pioniere in Lomellina per l’attivazione dei Puc. Si tratta dei Progetti utili alla collettività rivolti ai percettori del reddito di cittadinanza, impiegati in lavori socialmente utili nel Comune di residenza per un minimo di otto ore settimanali (aumentabili a 16). A Gambolò sono 98 i soggetti che percepiscono la misura di sostegno al reddito introdotta nel marzo 2019 dal primo governo Conte. Con una delibera approvata nei giorni scorsi, la giunta ha attivato i primi Puc che vedranno coinvolti poco per volta i 20 percettori giudicati idonei per essere coinvolti nei progetti di utilità sociale (di questi 11 donne tra i 40 e 50 anni e nove uomini, più giovani, tra i 20 e 25 anni mentre il 70% è di origine straniera). Per arrivare a questo risultato, il percorso è stato irto di ostacoli, come spesso capita quando ci si mette di mezzo la burocrazia italiana. «La procedura prevede che, una volta fatta la domanda, gli assistenti sociali individuino le figure più idonee a essere inserite in un progetto socialmente utile – spiega l’assessore ai Servizi sociali, Helena Bologna – dopodiché si nomina un tutor e si deve frequentare un corso sulla sicurezza. Il problema è che, dopo 18 mesi, il reddito di cittadinanza scade e occorre rifare la domanda. Questo rallenta tutto l’iter burocratico. La dimostrazione è data dal fatto che in Lomellina non è stato nessun Puc. Tuttavia ci siamo impuntati e, con questa delibera, riusciremo ugualmente a farli partire». Quali saranno i prossimi passi? «Voglio precisare intanto che chi sarà coinvolto in questi progetti non andrà a sostituire ma a integrare il lavoro svolto dai dipendenti comunali – conclude l’assessore Bologna – dopo le festività, tra gennaio e febbraio, partiranno i corsi sulla sicurezza, da decidere se in presenza o meno, causa disposizioni Covid».