Italia Nostra cerca le storie dimenticate di Mortara

Patrucchi: «Chi sa che nella località svizzera di Soletta c’è un codice 

del 1400 di Santa Croce? Racconteremo questo e altri fatti inediti»

«La pandemia ci ha costretti a stare in casa e ha ridotto le nostre interazioni – afferma il presidente di Italia Nostra di Mortara e Lomellina Giovanni Patrucchi – così anche la nostra sede è chiusa da tempo. Quindi abbiamo deciso di dedicarci allo studio e alla riscoperta di alcuni episodi, fatti e personaggi che hanno fatto la storia di Mortara». Questo obiettivo ha portato all’idea di proporre una pubblicazione online che verrà inviata periodicamente ai soci e ai media proprio per «rievocare un po’ di quella Mortara che abbiamo perso e che ci siamo dimenticati, oppure che neppure sapevamo esistesse». Giovanni Patrucchi fa anche degli esempi, molto stringati, perché gli approfondimenti saranno poi fatti nelle pubblicazioni che sono in fase conclusiva. «In pochi, credo, sappiano – continua Patrucchi – che nella città svizzera di Soletta, una bella e antica città di più di sedicimila abitanti bagnata dal fiume Aar, a nord della capitale Berna, esiste un codice dell’abbazia di Santa Croce del millequattrocento. Su questo faremo uno studio e proporremo osservazioni. Ma non sarà il solo argomento. Abbiamo in serbo la riscoperta di Giovanni Josti, a cui è intitolata una via importante della nostra città, che fece parte del primo parlamento Subalpino, oppure scopriremo un personaggio di cui è caduto il centenario della nascita lo scorso anno, Fernanda Viccheri, che è stata la direttrice dei musei di Brera. Lavoro a Mortara con monsignor Dughera. Altro argomento: chi sa che il primo sindaco di Torino, del Dopoguerra, era nato a Mortara?». Nel suo lavoro di studio e di riscoperta Patrucchi ha anche intenzione di dare qualche informazione più frivola, parlando ad esempio della grande stagione del dancing Zignago. «Io sono abituato a tenere tutto – conclude il presidente di Italia Nostra – e nonostante l’incendio di casa mia di un anno fa abbia distrutto parecchio del materiale che possedevo, ho ritrovato, in questi lunghi mesi di lockdown molti ricordi cartacei. Tra questi anche un invito allo Zignago del 1959. Cantante era Umberto Farina e nell’orchestra suonava Gil Cuppini, uno dei più grandi musicisti italiani. A proposito dello Zignago non tralasceremo neppure Gaber, che è stato qui». Le idee a Patrucchi non mancano. Saranno sviluppate in queste pubblicazioni online che non hanno ancora una testata ben definita. Ma le idee da inserire tante. Infine Patrucchi ha anche l’obiettivo di coinvolgere i soci. «In quest’anno non abbiamo potuto fare molto – ammette – ma ora dobbiamo rinnovare le iscrizioni e apriremo la sede in alcune ore per poterlo fare. È un impresa delicata. Cercheremo di farlo al meglio».

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