Le tante battaglie vinte dal Centro aiuto alla vita

Un anno difficile in cui ci si è dovuti reinventare: 265 le persone

assistite dalle 21 volontarie, tra cui anche 10 bambini piccolissimi

È stato un anno intenso di aiuti quello che il Centro aiuto alla vita presieduto da Paolo Martinoli ha realizzato lo scorso anno. Un 2020 che, con la pandemia, ha visto cambiare le modalità di assistenza. Il Centro di corso Garibaldi assiste le famiglie povere con la distribuzione di vestiario, scarpe, ma soprattutto di materiale per i bimbi, cioè dal vestiario, ai corredi, dai giocattoli e carrozzine a latte e pannolini. Per gli adulti, vestiario e altro aiuto. Un’opera silenziosa quanto utile. «Assistiamo in totale 265 persone – svela una volontaria – 150 sono femmine e 115 maschi. Fino a febbraio eravamo aperti al pubblico e distribuivamo alcuni giorni la settimana. I nostri utenti venivano e sceglievano, in base alle proprie esigenze. Poi la pandemia ha cambiato tutto. Abbiamo dovuto reinventare l’assistenza per rispettare le norme anti Covid». Sono seguiti mesi di chiusura che hanno permesso di ridipingere le sale, sistemare il vestiario, sanificarlo e catalogare tutto. Anche gli ambienti sono stati rimessi a posto, e, giornalmente, vengono attivate tutte le norme di sicurezza. «Nel nostro centro – prosegue la volontaria – operano 21 volontarie. Ogni pomeriggio, dalle 14 alle 16 circa, ci ritroviamo, in numero limitato per evitare assembramenti. Indossiamo camici monouso e cuffiette, oltre ai guanti per movimentare tutto. Abbiamo riaperto a metà dicembre col passaggio a giallo della Regione Lombardia. Non apriamo più ad orari, ma abbiamo attivato il contatto con i nostri assistiti tramite cellulare. Loro ci inviano un messaggio chiedendo ciò che hanno bisogno». Ad esempio vestiario inserendo nel messaggio la taglia, oppure per attrezzature per bimbo (passeggini, corredini). Tutte informazioni che consentono alle volontaria di programmare, qualche giorno dopo, la distribuzione del pacco alla singola famiglia di quanto richiesto. Tutto avviene con orari prefissati, quindi senza alcun assembramento. «In questo momento – prosegue la volontaria – stiamo assistendo 10 bimbi con latte e pannolini. Prima del Covid erano 18 i bimbi assistiti. Li seguiamo fino al compimento dell’anno. Mentre abbiamo preparato tutto per tre bimbi che arriveranno in queste settimane. Da metà dicembre scorso, quando abbiamo ripreso l’attività, abbiamo assistito 52 adulti e 56 bimbi superiori ad un anno di età». E questa modalità, a singola prenotazione, andrà avanti ancora per mesi. «Siamo aperti – aggiunge ancora la volontaria – ogni pomeriggio (dalle 14 alle 16) dal lunedì al venerdì compresi per la distribuzione programmata, mentre il sabato siamo aperti per ricevere chi ci porta aiuto. Siamo quindi aperti per chi vuole portarci abiti che poi noi facciamo lavare e sanifichiamo prima della distribuzione. Oppure ci portano pannolini e latte, giocattoli, scarpe che consegniamo alle mamme». Per fortuna, per la sua serietà, il Centro aiuto vita può contare su donazioni continue che gli permettono di coprire quasi tutte le esigenze di chi bussa alla loro porta. Ogni aiuto aggiuntivo però permette di incrementare la possibilità di soddisfare le richieste. «Abbiamo riaperto in sicurezza il Centro aiuto vita – interviene don Felice Locatelli – che lavora insieme a Emmaus nell’ambito dell’assistenza ai poveri e alla natalità. Ringrazio le volontarie che lavorano intensamente perché tutto funzioni alla perfezione. Ringrazio anche chi ci dona materiale, cioè vestiario, latte, pannolini, carrozzine o finanzia l’attività con contributi che sono anche detraibili». 

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