Marta Comeglio: «Il nuovo lavoro è iniziato in questi giorni in cui pesa l’assenza dal palcoscenico. In attesa di tornarci»
I Riso e Amaro, la nota compagnia teatrale mortarese, non si è affatto fermata né durante i periodi refrattari tra un’ondata di Covid e l’altra, allestendo progetti, né durante i vari e numerosi lockdown, lavorando da remoto. Produce sempre e continuamente nuove idee, con quel piglio brillante e creativo che solo gli artisti appassionati e amanti della propria attività hanno. In questo difficile anno ormai si può dichiarare apertamente che la compagnia di Lorella Carisio e Marta Comeglio sia inarrestabile e animata. Dopo i video sulla pagina Facebook prodotti dai singoli attori, ricordi e progetti online e le riprese estive tra i luoghi della Lomellina e le campagne del nostro territorio, hanno deciso di portare, non potendo ancora, purtroppo, sul palcoscenico a causa delle immutate restrizioni, ma sui nostri piccoli schermi portatili, un nuovo interessante progetto: “La luce del tempo sospeso”. «Per cominciare “La luce del tempo sospeso” è un testo che ho scritto io – spiega Marta Comeglio – e che ho cominciato a provare sulla piattaforma streaming di zoom. Abbiamo deciso di realizzarlo in questi giorni e lo metteremo in scena in attesa di tornare in presenza nell’auditorium. Infatti, dopo: “Paura in palcoscenico”, che doveva essere rappresentato un anno fa, ed è stato bloccato dal covid, portiamo questo. Parla di donne, di un viaggio e di una serie di misteri». Un’altra notizia legata ai Riso e amaro è che da martedì 23 febbraio, data emblematica, perché esattamente un anno era stata fatta l’ultima prova in auditorium, sarà pubblicata nella pagina Facebook del gruppo il primo video del progetto “Questa terra siamo noi”, girato nell’estate 2020. «Ogni mese pubblicheremo un video – aggiunge la Comeglio – sono delle scene registrate all’aperto che ogni attore o gruppo ha voluto raccontare nelle nostre zone come il cimitero di Mortara, l’abbazia di Sant’Albino o il parco di Gravellona». Un anno fa infatti la compagnia si era fermata prima che venisse portata “Paura in palcoscenico”, in cui venivano rimaneggiati otto spezzoni di film di Alfred Hitchcock, girati durante gli anni quaranta e sessanta, che rappresentavano il lato oscuro della società occidentale. La voce del maestro si sarebbe sentita tra le trame rendendo protagonista l’oscura anima nera umana.