Fanghi, «Al Consiglio di Stato per tutelare i nostri cittadini»

Evergreen ha avuto ragione in primo grado: il Comune non ci sta Farina: «Disponibili a trovare una soluzione condivisa con l’azienda»

Da alcuni anni si è aperta una vivace polemica sull’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura. Essi rappresentano senza dubbio una risorsa per i suoli agricoli ma a causa della loro potenziale contaminazione, sono considerati anche un pericolo e recano dei disagi agli abitanti delle zone circostanti soprattutto a causa dei miasmi.Inoltre i fanghi, se male utilizzati e con controlli approssimativi o insufficienti, possono causare danni anche irreparabili ai terreni trattati.  Le principali minacce sono rappresentate dall’erosione, dalla contaminazione, dalla diminuzione della sostanza organica e dall’impermeabilizzazione. Ogni anno 300 aziende della provincia gettano nei campi oltre 460mila tonnellate. I primi cinque centri per spandimenti sono tutti in Lomellina: Gambolò, Mortara, Vigevano, Garlasco e Tromello. 

Nel 2017 il Comune, insieme ad altri della provincia, aveva emesso un’ordinanza che stabiliva norme più restrittive. Il regolamento contestato prevede che non si possano gettare fanghi entro i 500 metri dalle case e 150 dai corsi d’acqua. Una norma nettamente più stringente rispetto a quella regionale che fissa la distanza dalle case in 100 metri. Oltre questa soglia si possono gettare fanghi. Il giro di vite garlaschese aveva mandato su tutte le furie Evergreen, che ha impugnato il provvedimento. Il Tar ha dato ragione, in primo grado, ai fanghisti. Ma la battaglia è ancora in corso. Perché il Comune ha chiesto di confermare l’ordinanza presentando ricorso al Consiglio di Stato, il tribunale di seconda istanza della giustizia amministrativa. Dei giorni scorsi le motivazioni della sentenza che ha respinto il ricorso e la decisione del Comune di ricorrere al Consiglio di Stato. «Vogliamo la conferma della nostra ordinanza, quella che vieta gli spandimenti di fanghi vicino al centro abitato. Si tratta di difendere il territorio – commenta il sindaco Pietro Francesco Farina – e di dare spazio agli esperti e ai tecnici, al di là dei colori politici. Noi vogliamo trovare – conclude Farina – una soluzione condivisa anche con le aziende, tenendo conto degli interessi della popolazione».

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